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21 dicembre 2009

Non subiremo passivamente la riorganizzazione

Sciopero Telecom,Bruzzi (Rsu) soddisfatto: partecipazione quasi totale.
Lo sciopero di ieri indetto dalla Cub e dalle Rsu di Telecom Italia, riguardante tutti i dipendenti di Piacenza, ha visto la partecipazione quasi totale dei dipendenti. Erano in servizio solo i 4 tecnici
previsti dalla legge per garantire i servizi essenziali, oltre ad altri «pochi lavoratori, che possono contarsi su di una mano e che hanno voluto cogliere l’opportunità di mettersi in buona luce nei confronti dell’azienda» scrive Mauro Bruzzi dell’rsu.
La vertenza - prosegue - esce rafforzata dall’impegno dei lavoratori che hanno rinunciato ad una giornata di salario per ribadire la loro contrarietà.
Ora Cgil, Cisl e Uil, che partecipano al tavolo di relazione sindacale nazionale, devono farsi carico seriamente del problema di chiusura del reparto piacentino annunciato per i primi mesi del
nuovo anno.
L’azienda ha avuto la dimostrazione che a Piacenza esiste una realtà sindacalizzata che non è disposta a subire programmi di riorganizzazione in modo passivo e subalterno.
La vicenda che ha portato alla sciopero prende le mosse il 28 ottobre quando Telecom Italia a un
incontro nazionale con Slc-Fistel-Uilcom comunicava la chiusura di 14 sedi territoriali riguardanti
240 lavoratori fra cui 14 di Piacenza.
«Il 5 novembre la scrivente - scrive Bruzzi - maggiormente rappresentativa sulla sede di Piacenza, avviava la procedura di raffreddamento prevista dalla legge per indire lo stato di agitazione dei lavoratori di Piacenza che si è conclusa in Prefettura a Piacenza il 24 novembre». E prosegue: «Le Rsu Emilia Romagna (l’unità produttiva è definita a livello regionale) prendendo atto della volontà dei lavoratori di Piacenza il 29 novembre iniziava l’iter previsto. Cigl-Cisl-Uil, titolari del confronto nazionale, ad oggi, non hanno apposto in modo ufficiale la loro contrarietà alla chiusura del reparto.
La sede di Piacenza negli anni ha subito un calo di personale, che ha portato l’organico da oltre 300 dipendenti nel ‘95 agli attuali 100, causato da pensionamenti e trasferimenti su altre province a fronte di una sola assunzione nel 2007».
«Telecom Italia dichiara che la chiusura del reparto - scrive Bruzzi - diventa necessaria per sopperire alla carenza di tecnici da risolversi con la conversione del personale e che l’attività attualmente svolta da questi lavoratori sarà coperta dalla rete dei callcenter.
Nei fatti questo si tradurrà nella perdita di 14 posti di lavoro su Piacenza, oltre alla perdita professionale di un’attività che potrebbe essere implementata sia in termini di tecnologia che di personale ».
Bruzzi prosegue auspicando che a sostegno della vertenza, che proseguirà dopo le vacanze natalizie, intervengano il Comune di Piacenza e la Provincia per dare forza al tentativo di salvare i posti di lavoro.
La Cronaca
di Piacenza
economia@cronaca.it
SABATO 19 DICEMBRE 2009

Sciopero Telecom Italia Piacenza Venerdì 18 dicembre

Comunicato Stampa

Il 28 ottobre Telecom Italia ad un incontro nazionale con SLC-FISTEL-UILCOM comunicava la chiusura di 14 sedi territoriali riguardanti 240 lavoratori fra cui 14 di Piacenza.

Il 5 novembre la scrivente, maggiormente rappresentativa sulla sede di Piacenza, avviava la procedura di raffreddamento prevista dalla legge per indire lo stato di agitazione dei lavoratori di Piacenza che si è conclusa in Prefettura a Piacenza il 24 novembre.

Le RSU Emilia Romagna (l’unità produttiva è definita a livello regionale) prendendo atto della volontà dei lavoratori di Piacenza il 29 novembre iniziava l’iter previsto.

CIGL-CISL-UIL, titolari del confronto nazionale, ad oggi, non hanno apposto in modo ufficiale la loro contrarietà alla chiusura del reparto.

La sede di Piacenza negli anni ha subito un calo di personale, che ha portato l’organico da oltre 300 dipendenti nel ‘95 agli attuali 100, causato da pensionamenti e trasferimenti su altre province a fronte di una sola assunzione nel 2007.

Nel 2000 fu creato un reparto che si occupava dell’assistenza tecnica sia ai tecnici di Telecom Italia che ai clienti sulla tecnologia adsl.
Questo reparto aveva permesso il rientro a Piacenza di lavoratori in precedenza trasferiti.

L’attuale occupazione professionale su Piacenza riguarda 40 Tecnici Impianti, 25 Addetti CallCenter Commerciale, alcune figure individuali ed il gruppo all’oggetto di 14 Addetti al CallCenter Tecnico.

Telecom Italia dichiara che la chiusura del reparto, prevista nei primi mesi del 2010, diventa necessaria per sopperire alla carenza di tecnici da risolversi con la conversione del personale e che l’attività attualmente svolta da questi lavoratori sarà coperta dalla rete dei callcenter.

Nei fatti questo si tradurrà nella perdita di 14 posti di lavoro su Piacenza, oltre alla perdita professionale di un’attività che potrebbe essere implementata sia in termini di tecnologia che di personale.

La mancanza, assolutamente reale fra i tecnici, deve essere risolta con l’accoglimento dei trasferimenti da altre province dei pendolari piacentini e con nuove assunzioni.

La mobilitazione di venerdì 18 dicembre diventa fondamentale per convincere SLC-FISTEL-UILCOM della gravità della situazione, perché anche al tavolo di Roma sia posta con forza la questione piacentina.

Da rilevare che delle 14 sedi oggetto di chiusura, quella di Piacenza è l’unica che si è mobilitata con un iniziativa di sciopero a conferma della peculiarità della situazione piacentina.
A sostegno della vertenza, che proseguirà dopo le vacanze natalizie, dovranno intervenire il Comune di Piacenza e la Provincia per dare forza al tentativo di salvare i posti di lavoro.

Venerdì i clienti subiranno dei disagi, ma poiché saranno presenti 4 tecnici obbligati ad essere in servizio e tenuto conto dei normali disservizi dovuti all’insufficienza di personale in organico, probabilmente non saranno maggiori del solito.

Mauro Bruzzi RSU Telecom Piacenza

16 novembre 2009

GRUPPO OMEGA: 17 novembre Sciopero, Manifestazione Nazionale a Roma

10.000 lavoratrici/ori in lotta per lo stipendio e il lavoro !

Lavoratrici/ori di Agile (ex Eutelia) e del gruppo Phonemedia da quando sono stati ceduti ad Omega smettono di essere pagati. Precariatà, stress e mobbing invece dello stipendio e di un piano industriale! E per 1.200 lavoratori di Agile è stata aperta la procedura di LICENZIAMENTO!!

Mobilitiamoci e lottiamo: Non lasciamo il nostro destino a chi finora ci ha spinto nelle mani di imprenditori di malaffare o ha lasciato che tutto ciò accadesse… I tentativi di rassicurazione sul pagamento degli stipendi e sul futuro dell’azienda palesati da alcuni responsabili aziendali sono risultati aria fritta: ad oggi non ci sono garanzie sul pagamento degli stipendi e sul futuro di Omega. In diverse sedi/call center Agile e Phonemedia (Answers) i lavoratori stanno scioperando ad oltranza, sono in assemblea permanente e stanno occupando.

Occorre estendere la protesta alle altre sedi/call center e proseguire con gli scioperi, le occupazioni e le manifestazioni e dall’esterno sostenere i lavoratori con solidarietà concreta: solo così ci sarà un vera prospettiva di ottenere la tutela dei diritti dei lavoratori Omega.

Ma chi c’è dietro Eutelia e Omega? i capi di Eutelia hanno problemucci con la guardia di finanza (frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita), sono amici di Licio Gelli e di altri emeriti massoni. Nella creazione del gruppo Omega ci sono di mezzo loschi personaggi più volte coinvolti in fallimenti di numerose società, politici, fondi esteri e banche (come il MPS)… un gruppo che nel giro di poco ha acquisito un sacco di aziende e poi non ha i soldi per pagare gli stipendi e apre le procedure di messa in mobilità per centinaia di lavoratori è certamente un contenitore creato per dissolvere tutto.
A questo proposto ricordiamo l’incursione squadrista all’interno della sede romana di Agile occupata dai lavoratori, azione orchestrata dall’ex amministratore delegato di Eutelia Samuele Landi al comando di un manipolo di vigilantes: un atto che dimostra il livello cui stanno portando lo scontro i padroni.

Lavoratrici/ori non si devono far coinvolgere nel teatrino messo in campo da padroni, sindacati confederali, partiti e istituzioni con scambi di accuse tra blocchi politici di centrodestra e centrosinistra che poco hanno a che fare con l’interesse dei lavoratori; tutti soggetti che fino a ieri hanno acconsentito che su questa vicenda oscura ci fosse meno rumore possibile.

Denunciamo la poca azione di quei sindacati che si sono mossi in ritardo e spesso gettano acqua sul fuoco: In diverse sedi/call center abbiamo deciso di organizzarci direttamente, abbiamo deciso di lottare con sciopero a oltranza dal 01/09/2009; effettuando incontri con le istituzioni locali e nazionali (ministero dello sviluppo economico), presidiato le prefetture, fatto conferenze stampa e azioni legali come l’ingiunzione al pagamento.
Dobbiamo proseguire la lotta su questa strada e invitiamo i colleghi a contattarci per difendere collettivamente e direttamente i nostri diritti (per info Sabrina tel. 339-8100140).

Martedì 17 novembre tutti a Roma !

Partecipiamo alla Manifestazione
ore 9.30 p.zza della Repubblica


Pistoia - Firenze, novembre 2009 FLMUniti-CUB gruppo Omega

21 settembre 2009

AGUSTA SI FA LA PORTINERIA CON I SOLDI DEI LAVORATORI

400 euro risparmiati dal PdR di ogni lavoratore

“Ieri, entrando in ditta (C. Costa), notavo quanto il cielo fosse grigio e quanto stesse venendo bene la nuova portineria lato sud. Scendendo poi lo stradone mi accorgevo di un piacevole senso di leggerezza che mi pervadeva tutto, più precisamente localizzato della tasca dietro dei pantaloni, quella dove tengo il portafogli. La mia è solo una domanda: non è che questo avveniristico edificio, sicuramente destinato a diventare un biglietto da visita per questo impianto, è stato pagato con i soldi “risparmiati” dal Premio di Risultato di luglio? O forse i fondi sono arrivati grazie ai finanziamenti per la Prevenzione Infortuni sul Lavoro? Giungendo infine sul mio posto di lavoro al mio senso di leggerezza si era aggiunto un sintomo molto meno piacevole: un bruciante senso di sconfitta e prevaricazione.”
Un lavoratore

Il premio pagato a luglio è riferito ai risultati ottenuti dai lavoratori nel 2008. Tutti i parametri (ROS, Indice Qualità, obiettivi ecc.) che servono per attere il valore del PdR, sono tutti del 2008.

Il considerevole aumento della produzione rispetto a quello che l’azienda considera un anno eccezionale per i risultati e cioè il 2007, ci fa capire che i lavoratori hanno sudato parecchio per guadagnarsi il meritato Premio di Risultato.

Nonostante il fatturato sia aumentato rispetto al 2007, il RoS, che dovrebbe legare il PdR al risultato, è diminuito sensibilmente (il passato non ha insegnato nulla).

L’indice qualità si è attestato sui livelli raggiunti nel 2007 ma se “il 2007 è stato un anno eccezionale per i risultati ottenuti” vuol dire che i lavoratori hanno eguagliato i risultati del 2007 anche qualitativamente ma l’incremento dell’indice qualità rispetto al 2007 è stato “zero” e questo ha prodotto l’abbassamento del PdR.

Nessuno è stato in grado di contestare i numeri presentati dall’azienda, questo vuol dire che il meccanismo de PdR non è affidabile ed è completamente controllato da Agusta.


Nel frattempo: crolla il soffitto del magazzino attrezzi in meccanica (luglio), si incendia per la seconda volta un ufficio in direzione tecnica (agosto), vengono trovati topi morti nel magazzino centrale e crolla mezza mensa dei dipendenti (settembre).

17 luglio 2009

Ocè Italia dichiara lo stato di crisi con 100 licenziamenti su 560 lavoratori

Gli azionisti vogliono più soldi.. i lavoratori perdono il posto di lavoro

La crisi generale e le ristrutturazioni, di cui in parte approfittano diverse aziende, hanno portato alla ribalta argomenti che devono trovare una concretizzazione nazionale con leggi ma anche negli accordi aziendali: blocco o sospensione dei licenziamenti e soluzioni alternative come i contratti di solidarietà e la cassa integrazione a rotazione con integrazione del reddito.

In particolare, nel piano proposto dall’azienda, in molte realtà non sono convincenti i numeri mentre in altre, tenendo conto di una riduzione delle attività, si potrebbero usare i contratti di solidarietà: ad esempio ciò è possibile nelle aree dei tecnici ma anche nella sede di Cernusco sul Naviglio dove sono previste perdite occupazionali importanti e in particolare di lavoratrici.

Ancora una volta, nel bel mezzo della crisi generale che qualche conseguenza la provoca anche in Ocè, si sommano situazioni particolari di mancanza di carichi di lavoro e di fine commessa ma quel che non sta in piedi è il piano generale con i 100 licenziamenti.

La direzione, consapevole che possono essere solo una quindicina i cosiddetti prepensionabili che potrebbero essere attratti dal “bonus”, ha in mente un taglio drastico per arrivare a ridurre i costi di 100 persone con l’uso della cassa integrazione straordinaria .. e poi fuori con il licenziamento in mano. Altri impegni generici e non vincolanti. L’uso di altri strumenti come la formazione o la ricollocazione devono essere elementi certi che prevedono il passaggio da posto di lavoro a posto di lavoro.

La CUB Informazione e la FLMUniti-CUB propongono, perciò, a lavoratrici e lavoratori una linea sindacale che imponga alle aziende di tenere conto della responsabilità sociale per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti.

In diverse aree sono presenti interinali (a somministrazione) e tempi determinati che sono utili e necessari e che, perciò, dovrebbero trovare, in una sanatoria con le assunzioni, la possibilità di evitare di essere discriminati nell’uso degli ammortizzatori sociali.
La possibilità di portare avanti delle proposte diverse da quelle che ha in mente la direzione dipende anche dalla forza sindacale (che si misura anche con gli iscritti) e dal sostegno alle proposte alternative.

Andremo all’incontro in Unione Grafici il 23 luglio per portare queste ragioni ma senza la lotta non ci regaleranno nulla.

Appello per solidarietà e/o scambio opinioni e valutazioni

Lettera aperta

Ai segretari generali dei metalmeccanici, confederali e ai responsabili uffici vertenze legali di:
Fiom e Cgil, Fim e Cisl, Uilm e Uil, Cobas Privato e Confederazione Cobas, Sdl intercategoriale, Slai Cobas, e altri sindacati.
e.p.c. alle redazioni delle riviste giuridiche e altri interessati

Appello per solidarietà e/o scambio opinioni e valutazioni.

Ibm: 3 giorni di sospensione al delegato che durante l’orario di lavoro usa Facebook. La prima volta di una sanzione ingiusta e sproporzionata. E che arriva dopo una campagna di protesta (tramite Facebook) contro viaggi premio a manager e famiglie.

In IBM esistono centinaia di gruppi di lavoro per gli affari aziendali che prevedono l’utilizzo di Facebook; l’accesso a internet è libero. Altri utilizzi (vedi Skype) sono vietati dal regolamento interno esplicitamente.
Il delegato FLMUniti-CUB Davide Barillari viene colpito da una contestazione disciplinare con motivazioni generiche che fanno riferimento all’uso di Facebook, nonostante alle giustificazioni previste dallo statuto dei lavoratori si sia cercato di evidenziare l’uso abnorme di una contestazione disciplinare per la prima volta in IBM su questi temi la direzione ha deciso il massimo della pena con i tre giorni di sospensione.
Chiediamo solidarietà e un vostro segnale di protesta perchè non è ammissibile che ciò avvenga nel caso di una prima volta della fattispecie contestata e della prima volta di una contestazione al lavoratore e il fatto che sia anche delegato sindacale (che organizza proteste va da sé…) rende evidente la necessità di non lasciare isolato il caso per evitare che costituisca un eventuale precedente negativo.
Purtroppo siamo costretti oltre che a continuare le proteste anche a percorrere le vie legali.
L’atteggiamento di IBM che abusa del regolamento disciplinare provoca intralcio alla giustizia che ha un sovraccarico di problemi e questa ostinazione della multinazionale appare ulteriormente scandaloso.
In attesa di un Vostro cortese riscontro Vi alleghiamo documentazione utile a farVi una opinione sul caso e restiamo disponibili ad ogni eventuale chiarimento.

07 maggio 2009

Nokia Siemens Networks Italia (NSNI): un’ora di sciopero con ampia adesione e cortei a Cassina de’ Pecchi e Cinisello Balsamo

Lo sciopero oggi 7 maggio ’09 di un‘ora dalle 10,30 alle 11,30 del gruppo Nokia ha visto una partecipazione eccezionale e circa trecento lavoratori e lavoratrici hanno percorso in corteo la strada padana fino al comune di Cassina de’ Pecchi e MM2.

Al corteo hanno partecipato sindaci e rappresentanti dei comuni di Cassina de’ Pecchi, Cernusco Sul Naviglio, Carugate e Trezzo sull’Adda.
E in contemporanea dalla sede di Cinisello Balsamo il corteo con altri 300 lavoratori si muoveva fino all’incrocio con l’ospedale Bassini.
Lo sciopero dei lavoratori Nokia punta a respingere il piano della casa madre che smantella la ricerca e lo sviluppo degli apparati per telefonini GSM di nuova generazione e vuole svuotare pian piano il settore della ricerca Ponti Radio (Cassina de Pecchi).
La Nokia si vuole tenere il mercato Italiano, i finanziamenti e i profitti derivanti dallo sviluppo della banda larga ma distrugge il patrimonio professionale e tecnologico anche quando è tra i più avanzati del mondo. Sono a rischio l’occupazione di Cinisello B. oltre 600 ricercatori dipendenti e circa 250 consulenti.
A Cassina de’ Pecchi la produzione è finita nella mani di Jabil ed ora sono in cassa integrazione (per il magazzino in mano a Ceva Logistics ferie… fino a quando visto che non hanno i tradizionali ammortizzatori come la cassa integrazione ordinaria??).
Il sito di Cassina de’ Pecchi continua a subire svuotamenti e recentemente sono presenti lavoratori del Vietnam per assorbire competenze… che poi renderanno il doppione italiano più costoso. Le multinazionali continuano una politica di licenziamento e di smantellamento con il trasferimento all’estero della produzione verso i paesi a basso costo di manodopera mentre la casa madre si prende i progetti e la ricerca più avanzata.
La presenza di Nokia ha ridotto la occupazione dai 3.000 dipendenti agli attuali 1.700 (con i licenziamenti volontari ma sempre licenziamenti sono).
I posti persi non potranno essere rioccupati dai giovani che vengono privati del futuro per colpa di una politica scellerata della Nokia e si perdono nel paese competenze e capacità tecnologiche che non sarà facile ricostruire.
Al governo chiediamo di riprendere il tavolo del confronto per imporre il rispetto degli impegni e il mantenimento della occupazione in caso contrario venga chiesto a Nokia di restituire i finanziamenti che hanno ottenuto loro e chi prima di loro (Siemens) si sono intascati.
Per contrastare questo disegno di Nokia crediamo sia utile tentare il coinvolgimento non solo delle istituzioni ma cercare nella società, all’università, tra i giovani e a tutti i livelli la possibilità di costruire una campagna che faccia vedere la vera faccia della Nokia.
Si tratta di continuare la lotta e di definire una vertenza vera e propria contro il piano di Nokia.
Invitiamo ad utilizzare tutti i momenti che la direzione convocherà per dimostrare la contrarietà dei lavoratori e delle lavoratrici.

10 aprile 2009

AGUSTA-INCREDIBILE: LA FIOM PROTEGGE I PADRONI ED ESPONE GLI OPERAI ALLA RITORSIONE AZIENDALE

Giustifica le carenze ambientali e dice chi ha avuto il coraggio di chiamare l’ASL. Neanche l’ASL aveva osato farlo


Non è nostra abitudine rispondere ai farneticanti comunicati che leggiamo ogni tanto alle bacheche ma questa volta stanno mettendo in pericolo lo stipendio di parecchi operai, dipendenti della Palmar, che operano all’interno di Agusta e svolgono l’attività di movimentazione.

Quanto esposto alle bacheche da parte della RSU FIOM Agusta ci lascia completamente allibiti, un comunicato fitto di rabbia e di incapacità di ragionamento, un comportamento totalmente irresponsabile che espone in maniera ingiustificata i lavoratori alla ritorsione aziendale:


1- comunicano a tutti chi ha chiesto all’ASL di fare i controlli.

2- giustificano l’azienda anche davanti alle evidenti carenze ambientali


La Palmar ha già dimostrato di non avere scrupoli nel vendicarsi sui lavoratori. I precedenti comunicati sui licenziamenti per futili motivi non lasciano dubbi sul modo di operare da parte della dirigenza aziendale, non c’era proprio bisogno di agevolare l’azienda dichiarando apertamente chi ha avuto il coraggio di chiamare l’ASL per eseguire i controlli ambientali all’interno dei vari reparti ………. Eppure lo hanno fatto.

Invitiamo i vertici della FIOM nazionale a prendere seri provvedimenti nei confronti di questi delegati che, oltre a non essere in grado di fare il loro mestiere, espongono in maniera pericolosa i lavoratori, facendo perdere la faccia a tutta la FIOM.

Per dovere di cronaca: il RLS Palmar è stato regolarmente eletto dai lavoratori in modo democratico (leggere il significato sul vocabolario) nel 2008. Inoltre, gli interventi sull’impianto di riscaldamento e sui portoni di accesso, per evitare le correnti d’aria all’interno del magazzino spedizioni, Agusta li ha fatti solo dopo le numerose richieste da parte dei lavoratori e non perché la RSU FIOM si è incatenata al cancello per tutelare gli operai!!!!!!! Cosa di cui si è persa la memoria.

07 aprile 2009

AGUSTA: LA SALUTE DEI LAVORATORI NON E’ IN VENDITA

Controlli dell’ASL in meccanica ed in magazzino

“VIETATO ACCENDERE LA VENTOLA” firmato: ing. B….

Questo cartello è rimasto appeso per mesi sotto il pulsante di accensione delle ventole che servono per riscaldare i lavoratori all’interno del magazzino, eppure nessuno diceva nulla. L’RSPP, più volte interpellato, alzava le spalle e diceva “più di così cosa posso fare? Io ho parlato con il responsabile e il mio dovere l’ho fatto”. Il cartello giovedì pomeriggio è sparito, strana coincidenza. Sembra che qualcuno ha visto l’ing. B…. masticare frettolosamente ed ingoiare dei pezzi di carta dove si intravedeva la scritta “VIETATO…”. Si dice che per un giorno questo “capo reparto” abbia avuto problemi digestivi. Chissà se il cartello ricomparirà di nuovo?! Magari, questa volta, suggeriamo di non mettere la firma almeno cosi ci si salva la faccia.

I FATTI: Giovedì pomeriggio due ispettori dell’ASL di Cardano si presentano al cancello dell’Agusta dichiarando di dover fare dei controlli all’interno di alcuni reparti dell’azienda.
Fanno un’ispezione accurata in diversi reparti tra cui il magazzino spedizione, dove parlano con diversi lavoratori e verificano le condizioni ambientali del reparto: dalle correnti d’aria alla temperatura dell’ambiente, dal corretto funzionamento dell’impianto di riscaldamento al deposito di terriccio che portano i muletti all’interno del reparto, al rischio di incidenti tra muletti e dipendenti che operano all’interno ecc.. . I due ispettori sono accompagnati dal capo della meccanica ing. M., e dall’RSPP dott. M. ma non viene convocato nessun rappresentate dei lavoratori, nessun delegato sindacale e nemmeno l’RLS.
I controlli proseguono all’interno della meccanica, fino al reparto lavaggio pezzi, dove l’ASL verifica lo stato d’opera delle vasche dell’olio per la protezione dei pezzi, l’impianto di aspirazione ecc.. .
La visita si conclude dopo più di due ore, i due ispettori, dopo aver riempito diversi fogli di appunti, lasciano l’azienda.

Per un giorno hanno vinto i lavoratori; per un giorno, i dirigenti ed i responsabili della salute dei lavoratori si sono seriamente preoccupati di come potrebbero finire le cose

I problemi all’interno del magazzino erano stati segnalati da tempo
all’azienda, tanto è vero che per tutelare gli impiegati che operano all’interno nel magazzino, hanno modificato gli accessi all’ufficio, ma per gli operai le cose non sono per niente migliorate, anzi.

Approfittiamo dell’occasione per salutare il delegato della FIOM che si è nascosto per tutto il tempo dell’ispezione e che poi, pensando di non essere visto, si è andato a “confessare” dall’RSPP, probabilmente per dichiararsi estraneo al controllo dell’ASL.
BRAVO, COMPLIMENTONI e soprattutto BELL’ESEMPIO!

06 dicembre 2008

Il Giudice di Melfi reintegra Francesco Ferrentino delegato FLMUniti-CUB illegittimamente licenziato dalla Fiat di Melfi.

E’ stato accolto il ricorso presentato dall’Avv. Ameriga Petrucci del foro di Melfi e dall’Avv. Pino Marziale di Napoli circa il licenziamento di Francesco Ferrentino delegato RSU della FLMUniti-CUB alla Fiat di Melfi licenziato a Ottobre 2007.

Il Giudice del Tribunale di Melfi ha dichiarato l’illegittimità del licenziamento irrogato al lavoratore è ha ordinato alla S.A.T.A. S.p.A. di reintegrarlo nel posto di lavoro occupato all’atto del recesso.
Il delegato RSU della FLMUniti-CUB era stato licenziato dalla Fiat poiché era stato accusato di aver distribuito un volantino contenente dichiarazioni diffamatorie nei confronti di un capo.

04 ottobre 2008

Nokia Siemens Network Cassina de’ Pecchi: Dalle esternalizzazioni ad ogni rinnovo di appalto le multinazionali risparmiano sulla pelle dei lavoratori.

Posti di lavoro in periocolo e licenziamenti negli appalti di Nokia Siemens Network a Cassina de’ Pecchi.
Dalle esternalizzazioni ad ogni rinnovo di appalto le multinazionali risparmiano sulla pelle dei lavoratori.
Come spiegare altrimenti i fatti??

A fine settembre sono scaduti i contratti di appalto:
- nel contratto di pulizia la nuova azienda dimentica alcuni lavoratori e propone un taglio di ore e di salario. Lunedì incontro per tentare di risolvere e definire lettere di assunzioni a pari condizioni;
- con la manutenzione a gestione H.R. Servizi Integrati (cooperativa del consorzio Viesse con sede a Velate – Mi) i dieci lavoratori vengono coinvolti con altri 25 in una procedura di licenziamenti collettivi (35 totale).
- per la parte di manovalanza anche qui ad alcuni dipendenti viene impedito l’ingresso e perdono il posto.

I lavoratori del gruppo Viesse cooperativa H. R. sono messi male anche perché sono senza lavoro davanti ai cancelli da mercoledì primo ottobre.
La Siemens prima e ora Nokia Siemens Network sono corresponsabili, così dice la legge sugli appalti, in solido del rispetto dei diritti: la ditta H.R. dal 29 settembre è in liquidazione e si dice che non abbia pagato i contributi pensionistici….
Non penseranno mica di farla franca con un fallimento e scaricare il TFR dei lavoratori sul fondo di garanzia presso l’Inps??

Siemens ha dato via i lavoratori con la dote del TFR e nella via Crucis dalla Policarbo alla Cofatech e alla cooperativa H. R. del gruppo Viesse non si può essere volatilizzato.. ed in ogni caso chi doveva chiedere e controllare il versamento dei contributi erano prima Siemens e ora Nokia Siemens Networks quindi loro devono garantire il corrispettivo.

E’ ora di finirla che ad ogni fine appalto chi della casa madre tratta i rinnovi li tratti al ribasso perché così si rende corresponsabile del taglio di organico e/o di licenziamenti.
La Flmuniti-Cub sostiene le ragioni dei lavoratori, chiede ai vertici di Nokia di ripristinare posti di lavoro a parità di condizioni di salario e di orario per chi era nel sito di Cassina de’ Pecchi e di chiarire la sua corresponsabilità sul dovuto e sul TFR.
Il sindacato CUB ha chiesto al gruppo Viesse (cooperativa H.R.) un incontro per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti.

25 settembre 2008

AGUSTA: TELECAMERE NEI REPARTI

14 impiegati della D.T. trasferiti a Vergiate
DA C. COSTA A VERGIATE
BIGLIETTO DI SOLA ANDATA

L’accordo firmato da Fim Fiom e Uilm non piace ai lavoratori

Nelle 6 ore di assemblea i lavoratori hanno chiesto dei chiarimenti sulle loro mansioni, sul loro futuro, sul futuro dei loro colleghi, sul rischio che l’ufficio venga esternalizzato, su chi sarà il responsabile sia tecnico che gerarchico ecc.;
in poche parole sembra che il nuovo ufficio non sarà in grado di lavorare bene e dovrà fare anche il lavoro di altri enti e, non ultimo, il disagio economico che non viene assolutamente ricompensato, nemmeno a chi si avvicina a casa.
Fim Fiom e Uilm prendono atto dei problemi, li ritengono più che fondati ma si fanno prendere in giro dall’azienda che, con arroganza, nega tutti i problemi esposti e riconferma l’elemosina dell’UNA-TANTUM.
Ai 10 lavoratori presenti alla quinta assemblea, Fim Fiom e Uilm dicono che, “se non accettano l’accordo, si dovranno arrangiare da soli”.
Tutti i 10 lavoratori dichiarano che non è un bell’accordo ma, per la paura di essere trasferiti a forza dall’Azienda, in 9 accettano.
Fim Fiom e Uilm, soddisfatti??? per il risultato “positivo”, ringraziano i lavoratori e sottoscrivono l’intesa.

A Vergiate si vuole aumentare ancora il ritmo di lavoro
TELECAMERE NEI REPARTI
L’azienda nega l’utilizzo - le userà solo per licenziare i lavoratori

Non è sufficiente avere raggiunto importanti obiettivi nazionali ed internazionali, è necessario aumentare la produzione riducendo i costi.
Così si aumento i turni di notte, il sabato e la domenica lavorativi, si esternalizza il più possibile, si premiano i più meritevoli (tra i più premiati ci sono i delegati sindacali) e si castigano i cattivi con lettere di richiamo. - A questo proposito ricordiamo che le ammonizioni scritte sono previste dal CCNL Art. 24 e che pregiudicano la carriere, i futuri premi e altre agevolazioni che il lavoratore poteva avere. Per quanto detto noi consigliamo di contestare sempre tali richiami, soprattutto se non sono giustificati o fatti per intimidire i lavoratori -.
Ora anche il controllo a distanza dei lavoratori attraverso i circuiti di videosorveglianza all’interno dei reparti.
L’azienda nega che tali strumenti vengano usati durante il lavoro ma, come è già successo, le registrazioni salteranno fuori all’occorrenza, per esempio per licenziare qualche lavoratore.
Se andiamo avanti di questo passo, continuando a pianificare aumenti di produttività nell’ordine del 30-40%, c’è il rischio di finire come in Renault dove, negli ultimi anni, si sono verificati diversi suicidi tra i lavoratori dentro la fabbrica.

Nuova concertazione: lavoratori sempre più sottomessi
CGIL-CISL-UIL PRONTI A FIRMARLA
Altri 15 anni di “contenimento dei salari” e dei diritti

Epifani (CGIL) dichiara candidamente che “con l’inflazione programmata si perde del salario, anno dopo anno”;
Bonanni (CISL) parla ormai apertamente di “inflazione reale molto più alta di quella ufficiale ISTAT, quella ISTAT è circa il 4% mentre quella reale è quasi al 6%”;
In realtà l’inflazione non è mai stata controllata dagli stipendi dei lavoratori, come volevano farci credere CGIL CISL e UIL, ma da altri fattori come il costo del petrolio, le speculazioni in borsa, i mutui, il prezzo dell’energia, del gas e delle materie prime (che l’Italia è costretta ad acquistare dall’estero) ecc.
Questo vuol dire che l’accordo del luglio ‘93 ha fallito in tutti i sui propositi e che l’unica cosa concreta che ha ottenuto è il costante e inesorabile abbassamento degli stipendi.
Anzi, quell’accordo è stato una delle cause dell’aumento dell’inflazione, visto che l’abbassamento degli stipendi ha provocato il blocco dei consumi ed il conseguente aumento dell’inflazione.
Esattamente il contrario del motivo per cui è stato sottoscritto l’accordo.

02 luglio 2008

AGUSTA: IL BASTONE.... E LA CAROTA?

Tanto lavoro, alti ricavi, pochi investimenti e gli stipendi???



L’andamento aziendale dal 2003 al 2007 parla di ricavi +130%, ordini +343% ecc. mentre gli stipendi dei lavoratori sono aumentati in media del 3,36% all’anno (compresi CCNL e PdR). I prodotti di prima necessità sono aumentati, solo nell’ultimo anno, come segue: Benzina +13%, gasolio +31%, pane +13%, pasta +17%, gas +21%, ENEL +13%. Non abbiamo la possibilità di esporre l’incremento degli stipendi dei dirigenti ma siamo quasi certi che loro possono ancora pagarsi la benzina e la pasta.

AFFONDANO I FONDI PENSIONE
un silenzio assordante sui rendimenti dei fondi pensione

Come era facilmente intuibile, se ne va in fumo il salario dei lavoratori e guadagnano, a prescindere da come rende l’investimento, solo i gestori e le banche. Del resto la massiccia fuga degli investitori nei fondi comuni conferma questo andamento. Saggiamente la stragrande maggioranza dei lavoratori, come proposto dalla Cub, ha deciso di tenere il Tfr in azienda.

I fondi pensione vanno a fondo per affetto della crisi delle borse; nel primo trimestre 2008 perdono mediamente il 2% mentre il tfr guadagna lo 0,8% netto (3,5% nel 2007). Alcune linee di investimento hanno realizzato perdite superiori al 10%. I fondi pensione, essendo investimenti a rischio dipendono dai rendimenti finanziari; pertanto la caduta dei rendimenti borsistici, e la recessione americana/mondiale bruciano quotidianamente miliardi di euro.

COMETA IN ALLARME PER I TROPPI PENSIONAMENTI
I pensionamenti del 2008 rischiano di mettere in crisi il fondo dei metalmeccanici

I numeri sono altissimi, 70 - 80 mila pensionamenti previsti per il 2008, e si rischia di avere un’emorragia di liquidazioni per il principale fondo pensionistico italiano, quello dei metalmeccanici appunto. Il consiglio d’amministrazione che gestisce Cometa ha messo le mani avanti ed ha dato disposizione a tutti i delegati di FIM FIOM e UILM presenti nelle fabbriche di non perdere altro tempo e lanciare una pesante campagna promozionale per recuperare il terreno perso. Si rischia di tornare, come numero di iscritti, al periodo precedente all’entrata in vigore del “silenzio assenso”, rendendo vana una campagna pubblicitaria di 20 milioni di euro.

06 giugno 2008

AGUSTA: CATEGORIE 2008 SOLO PER POCHI

Parte la nuova campagna tesseramento di FIM-FIOM-UILM

Martedì 3 giugno 2008 si è riunita la RSU di C. Costa per formalizzare:
- l’avvio della richiesta dei riconoscimenti professionali per il 2008, il cui termine per la raccolta delle richieste è il 30 giugno;
- la raccolta delle richieste per il contributo per i lavoratori studenti;

Questa è la versione ufficiale della riunione, in realtà la riunione ha avuto risvolti poco edificanti per le RSU presenti su 2 questioni: 1 - sull’inquadramento; 2 - sulla proposta di fare un archivio con gli accordi firmati negli ultimi anni da mettere a disposizione dei lavoratori.

1- La FIOM ha chiesto ai delegati di verificare bene le richieste da presentare per evitare quanto successo l’anno prima quando sono stati richiesti dei riconoscimenti professionali per dei lavoratori la cui mansione non rientrava nel profilo richiesto, facendo ripetutamente riferimento ad alcuni operai dei magazzini rappresentati dalla FLMUniti.

Ricordiamo che l’azienda ha recentemente riconosciuto la categoria ad un operaio del magazzino anche se non ne aveva il profilo (forse perchè era un delegato FIOM??)

Ricordiamo che, nell’inquadramento appena concluso, c’è stata un’accesa discussione su un passaggio da 7° a “quadro”. L’azienda ritiene i “quadri” una scelta solo aziendale dato che è il 1° gradino della gerarchia aziendale. Tale discussione ha provocato la sospensione degli incontri per diversi giorni senza alcun risultato (forse la richiesta di un “quadro” conta di più di quella per un semplice operaio del magazzino?)


2- La FLMUniti ha chiesto di fare un archivio cartaceo degli accordi firmati da FIM FIOM e UILM per metterli a disposizione dei lavoratori in saletta sindacale:
- la FIOM annuncia che non hanno le copie degli accordi che firmano -
- la FIM sostiene che gli accordi se li è portati a casa un ex delegato della FLMUniti che è andato in pensione da un paio d’anni???!

Stendiamo un velo pietoso sulla “barzelletta” della FIM che non ha più copie degli accordi per colpa della FLMUniti (il delegato FIM è ancora sotto shock per quanto accaduto nell’assemblea su COMETA nel dicembre 2006 in mensa).

- Per finire in bellezza, il responsabile FIM dichiara che loro non hanno mai firmato accordi con l’azienda al di fuori del contratto interno e del CCNL e che comunque la proposta di archiviazione non si poteva mettere ai voti perché ormai molti delegati (su consiglio della FIOM) avevano abbandonato la riunione.

Ringraziando per la calorosa accoglienza, i delegati FLMUniti lasciano la sala.

P.S. “i lavoratori devono dipendere dal sindacato perchè solo così può sopravvivere” Affermazione fatta da un delegato FIM

19 maggio 2008

AGUSTA: I LAVORATORI HANNO SEMPRE RAGIONE

I controlli mensa hanno più volte segnalato alle RSU un disagio dei lavoratori ma nessuno dei delegati ha dato importanza al problema.
I controlli mensa, allora, si vedono costretti a diffondere un comunicato, per tentare di farsi ascoltare dalle RSU, ma i comunicati appesi alle bacheche vengono prontamente rimossi.

Di seguito riportiamo il comunicato nella speranza che gli “indaffarati” delegati trovino un minuto per ascoltare i lavoratori:

"All’attenzione della R.S.U. e dei lavoratori
- servizio mensa -


Con la presente, visto le continue proteste dei lavoratori per il non cambio del pane in mensa.
I controlli mensa non prenderanno servizio nelle rispettive settimane di competenza, dopo le centinaia di proteste ricevute nelle ultime 9 (nove) settimane di servizio.
I controlli non capiscono la difficoltà di sostituire il “PANE”.

Con la speranza di non voler effettuare tale disservizio e di continuare a lavorare per il bene comune, si vuol sollecitare il cambiamento sopra citato.

Li 05/05/2008
I controlli mensa"
Ricordiamo ai delegati delle RSU di Vergiate che sono stati eletti dai lavoratori e che possono lavorare solo grazie alle tessere pagate dai lavoratori, noi crediamo che le RSU abbiano il dovere di ascoltare i lavoratori e tentare di migliorare le loro condizioni all’interno della fabbrica.

Ancora una vola non possiamo che prendere atto della situazione sindacale in Agusta dove le RSU hanno il solo scopo “sociale” di convincere i lavoratori a piegarsi al volere aziendale.
Ancora una volta non possiamo che prendere atto che Agusta continuerà la sua marcia trionfale nei mercati internazionali lasciando che i lavoratori si scannino per un pezzo di PANE.

Nel 2008 è previsto un incremento della produzione che oscillerà tra il 40 ed il 45 percento, l’occupazione rimarrà più o meno allo stesso livello e si utilizzeranno i soliti sistemi: fuori casa, esternalizzazioni, straordinari, lavoro notturno, 6x6, sabato, domenica, Pasqua, Natale e capodanno.

Ma prima o poi a furia di tirarla la corda……… O no????

23 aprile 2008

IGV di Vignate: annullato il licenziamento e Vincenzo è rientrato al lavoro da lunedì 14 aprile.

La direzione IGV spa di Vignate (azienda metalmeccanica, 150 dipendenti e produce ascensori) lo aveva licenziato dopo una pluralità di ritardi, tre contestazioni disciplinari e una sanzione di un’ora di multa.

Il lavoratore sostenuto dal sindacato FLMUniti-CUB e dall’ufficio vertenze legale ha depositato il ricorso d’urgenza (il cosiddetto art. 700) il 5 marzo 2008.

Il 31 marzo si è tenuta la udienza che non ha prodotto nessun accordo tra le parti e perciò il giudice dopo aver sentito anche gli avvocati si è riservata la decisione. Il 9 aprile ha sciolto la riserva accogliendo le ragioni del lavoratore.

Il giudice ha respinto le tesi aziendali che puntavano ad ottenere la nullità della procedura di urgenza a fronte del TFR corrisposto e della indennità di disoccupazione che avrebbe percepito.

Il giudice ha contestato la tesi aziendale in quanto il TFR ha natura e funzione diversa dal mantenimento e la disoccupazione spettante è di durata più limitata dei tempi della causa ordinaria.

E Vincenzo oltre ai danni per la perdita del posto deve far fronte al mutuo ogni mese.

Il giudice ha quindi riconosciuto il periculum in mora ed accolto la urgenza.

16 febbraio 2008

05 febbraio 2008

29 gennaio 2008

ELEZIONI RSU AGUSTA SEDE C.COSTA: UN MESSAGGIO FORTE E CHIARO

I candidati del sindacato di base FLMUniti-CUB ottengono il più alto numero di consensi tra i lavoratori.

ELEZIONI RSU AGUSTA SEDE C.COSTA, UN MESSAGGIO FORTE E CHIARO
I lavoratori vogliono cambiare


Come per le elezioni politiche, ora tutti si vanteranno di avere vinto: chi ha preso più voti, chi ha superato l’altro, chi è cresciuto di più ecc. ecc.. Sui giornali sono già apparsi articoli delle varie sigle sindacali che si pubblicizzano come i migliori, ma chi lavora in fabbrica sa perfettamente come sono andate le cose:

FLMUuniti + 6,09%
UILM + 7,97
FIM - 5,70%
FIOM - 8,36%

I lavoratori hanno lanciato un messaggio forte e chiaro: vogliono cambiare modo di fare sindacato in Agusta.

La FLMUniti si impegna, fino ad ora, con tutti i lavoratori che la hanno sostenuta, e chiede a FIM FIOM e UILM due semplici cose:

1 – che FIM FIOM e UILM rinuncino alla quota garantita del 33%, come prevede l’accordo del dic. 93, il quale dice che è facoltà delle singole RSU rinunciare alla quota garantita, e chiede alla commissione elettorale di ridistribuire i 25 seggi in maniera proporzionale ai voti presi. Se la quota è stata inserita con la paura di non fare eleggere sindacati “di comodo” messi dall’azienda, è ormai evidente che la FLMUniti non è certo un sindacato di comodo. Al contrario, se FIM FIOM e UILM non rinunceranno alla quota garantita, saremo portati a pensare che sia l’azienda ad avere in loro i “sindacati di comodo”.

2 – che anche la FLMUniti possa entrare nel coordinamento sindacale di Agusta per poter rappresentare tutti i lavoratori che la vogliono come sindacato, con tutti i diritti che un sindacato, democraticamente eletto dai lavoratori, deve avere. Tutti i 4 sindacati presenti in Agusta devono poter avere rappresentati nel coordinamento. Nel caso in cui FIM FIOM e UILM non accolgano tale richiesta, ci troveremo di fronte ad un sopruso antidemocratico che non farà che creare tensione tra i vari delegati eletti.

RSU Agusta 28 gennaio 2008

26 gennaio 2008

Contratto metalmeccanici: iniziato male finito peggio.

Più orario di lavoro, precarietà garantita per almeno 44 mesi, 5° settimana di ferie tra 18 anni.Una vera e propria finzione di contratto nazionale.
Il contratto dei meccanici è scaduto nel periodo in cui era alta e diffusa la discussione su quella che è considerata ormai una vera e propria emergenza salariale.
I salari dei lavoratori, hanno perso un consistente potere d’acquisto, precipitando in fondo alla classifica dei paesi dell’Unione europea. Secondo il governatore della Banca d’Italia, gli stipendi italiani sono inferiori del 30-40% rispetto a quelli di Francia, Germania e Inghilterra.
I salari hanno perso il 10% dal 2002 al 2007.Questo l’effetto della “politica dei redditi” introdotta con l’accordo 23 luglio ‘93 tra governo, Confindustria e sindacati, che ha comportato aumenti contrattuali più bassi dell’inflazione reale, ritardi nel rinnovo dei contratti; una appropriazione da parte delle padronato della quasi totalità dell’aumento della produttività prodotta. ...................