Il 28 ottobre Telecom Italia ad un incontro nazionale con SLC-FISTEL-UILCOM comunicava la chiusura di 14 sedi territoriali riguardanti 240 lavoratori fra cui 14 di Piacenza.
Il 5 novembre la scrivente, maggiormente rappresentativa sulla sede di Piacenza, avviava la procedura di raffreddamento prevista dalla legge per indire lo stato di agitazione dei lavoratori di Piacenza che si è conclusa in Prefettura a Piacenza il 24 novembre.
Le RSU Emilia Romagna (l’unità produttiva è definita a livello regionale) prendendo atto della volontà dei lavoratori di Piacenza il 29 novembre iniziava l’iter previsto.
CIGL-CISL-UIL, titolari del confronto nazionale, ad oggi, non hanno apposto in modo ufficiale la loro contrarietà alla chiusura del reparto.
La sede di Piacenza negli anni ha subito un calo di personale, che ha portato l’organico da oltre 300 dipendenti nel ‘95 agli attuali 100, causato da pensionamenti e trasferimenti su altre province a fronte di una sola assunzione nel 2007.
Nel 2000 fu creato un reparto che si occupava dell’assistenza tecnica sia ai tecnici di Telecom Italia che ai clienti sulla tecnologia adsl.
Questo reparto aveva permesso il rientro a Piacenza di lavoratori in precedenza trasferiti.
L’attuale occupazione professionale su Piacenza riguarda 40 Tecnici Impianti, 25 Addetti CallCenter Commerciale, alcune figure individuali ed il gruppo all’oggetto di 14 Addetti al CallCenter Tecnico.
Telecom Italia dichiara che la chiusura del reparto, prevista nei primi mesi del 2010, diventa necessaria per sopperire alla carenza di tecnici da risolversi con la conversione del personale e che l’attività attualmente svolta da questi lavoratori sarà coperta dalla rete dei callcenter.
Nei fatti questo si tradurrà nella perdita di 14 posti di lavoro su Piacenza, oltre alla perdita professionale di un’attività che potrebbe essere implementata sia in termini di tecnologia che di personale.
La mancanza, assolutamente reale fra i tecnici, deve essere risolta con l’accoglimento dei trasferimenti da altre province dei pendolari piacentini e con nuove assunzioni.
La mobilitazione di venerdì 18 dicembre diventa fondamentale per convincere SLC-FISTEL-UILCOM della gravità della situazione, perché anche al tavolo di Roma sia posta con forza la questione piacentina.
Da rilevare che delle 14 sedi oggetto di chiusura, quella di Piacenza è l’unica che si è mobilitata con un iniziativa di sciopero a conferma della peculiarità della situazione piacentina.
A sostegno della vertenza, che proseguirà dopo le vacanze natalizie, dovranno intervenire il Comune di Piacenza e la Provincia per dare forza al tentativo di salvare i posti di lavoro.
Venerdì i clienti subiranno dei disagi, ma poiché saranno presenti 4 tecnici obbligati ad essere in servizio e tenuto conto dei normali disservizi dovuti all’insufficienza di personale in organico, probabilmente non saranno maggiori del solito.
Mauro Bruzzi RSU Telecom Piacenza