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02 luglio 2008

Saronno sabato 28 giugno: Perchè hanno sparato a Said?

A Saronno e in prov. di Varese una manifestazione del genere fa storia ed è di buon auspicio per il futuro se si passerà alla organizzazione stabile di lotta e a lotte operaie più decise e non solo di sabato ma con scioperi in orario di lavoro.... altrimenti resterà un bellisimo momento nel vuoto generale proletario della provincia di Varese....
DOPO SAID, A CHI TOCCA? Report del corteo sabato 28 a Saronno.
Circa 1000 partecipanti, sabato 28 giugno, al corteo indetto da: comunità egiziana, antirazzisti Varese e provincia, sindacati di base, S. R. di Saronno.
Notevole la presenza di immigrati, con striscioni, volantini, cartelli anche in lingua araba.
Fra gli italiani intervenuti al corteo c'erano anche molti giovani e molti solidali arrivati da Milano, Novara, Como...
I messaggi lanciati dagli altoparlanti, scritti sugli striscioni e cantati in coro durante il corteo sono stati:
- in ricordo di Said, assassinato dallo sfruttatore del fratello perchè, insieme a lui, chiedeva i suoi stipendi arretrati;
- contro l'odiosa campagna razzista dei media;
- contro il pacchetto sicurezza e l'aggravante di clandestinità;
- contro i C.P.T., veri e propri lager per immigrati, dove si resta rinchiusi fino a 18 mesi, soltanto perchè non si hanno tutti i documenti in regola.

26 giugno 2008

CONTRO RAZZISMO E SFRUTTAMENTO SABATO 28 GIUGNO A SARONNO

Il presidio di oggi (24 giugno) a Gerenzano (VA) è stato caratterizzato da una forte presenza di immigrati, circa un centinaio.
Da subito è emersa, in modo autonomo da parte di questi, la precisa volontà di indire un corteo per sabato a Saronno.
Numerosissimi gli interventi al microfono da parte di tutti, sia in arabo che in italiano.
I temi ricorrenti:

- condizione di super sfruttamento dei lavoratori immigrati, ricattati dalla necessità del permesso di soggiorno e dall'impossibilità di far valere i propri diritti;
- razzismo ed indifferenza della popolazione italiana di fronte ai loro problemi;
- infame campagna razzista dei mezzi d'informazione;
- pacchetto sicurezza, aggravante per "clandestinità", detenzione fino a 18 mesi per gli "irregolari";
- necessità di unirsi, lottare, rompere il silenzio.
Gli interventi si susseguono serrati e il presidio si trasforma quasi in una assemblea in cui gli immigrati discutono molto fra loro.
Più tardi, sempre per iniziativa degli immigrati presenti, nasce un corteo spontaneo, che sfila per le strade del paese.
Si susseguono, gridati davvero a gran voce, i cori: "Basta razzismo!" e "Perché hanno sparato?".
C'è molta rabbia e commozione. Il corteo è veloce, rumoroso, determinato. Il presidio/corteo si scioglie intorno alle nove, rinnovando l'appuntamento di sabato.
Non lasciamoli soli! Basta indifferenza e rassegnazione!
Contrastiamo le campagne xenofobe e sosteniamo la lotta dei migranti!
Partecipiamo tutti al:
CORTEO A SARONNO (VA),
SABATO 28 GIUGNO
Contro razzismo e sfruttamento.
È ORA DI DIRE BASTA!
Martedì 24 giugno a Gerenzano c’è stato un presidio con un corteo spontaneo per il paese, al quale hanno partecipato alcune centinaia di persone, con una numerosa presenza della comunità egiziana.
Al presidio su proposta della comunità egiziana si è deciso di organizzare un’altramobilitazione a Saronno.
CONTRO RAZZISMO E SFRUTTAMENTO
SABATO 28 GIUGNO A SARONNO
ALLE ORE 16 RITROVO E PRESIDIO
IN PIAZZA SAN FRANCESCO
DI FRONTE ALLA STAZIONE
ALLE 17 CORTEO

21 giugno 2008

QUANTO VALE LA VITA DI UN LAVORATORE?

A Gerenzano (VA), nel pomeriggio del 17 giugno, un lavoratore egiziano, accompagnato dal fratello e da un amico si è recato presso la ditta per cui da poco aveva smesso di lavorare, per chiedere il pagamento delle sue retribuzioni arretrate.

Il figlio del titolare, di diciannovenne, ha ritenuto opportuno anziché pagare il dovuto risolvere la questione sparando e uccidendo Said, fratello dell’ex dipendente.

Il figlio del titolare, spaventato o arrabbiato che fosse, ha preferito tirare fuori una pistola piuttosto che i soldi dovuti al lavoratore.

Ma allora quanto vale la vita di un lavoratore, magari immigrato, la cui vita è dettata dalla precarietà o dal ricatto del permesso di soggiorno?

Ci fanno credere che il lavoro sia un privilegio concessoci dai padroni.

Ci costringono a lavori precari, senza diritti, senza sicurezza, magari i nero.

E magari qualcuno è disposto anche ad uccidere, piuttosto che pagarci il dovuto, come è successo a Said, o a Ion cazacu, operaio Rumeno ucciso a Gallarate nel 2000, perché non voleva più lavorare in nero e chiedeva di essere assunto.

Gli operai continuano a morire sul posto di lavoro con una media di quattro al giorno per un salario miserabile.

Stipendi da fame che spesso non arrivano neanche, come succede nei cantieri soprattutto ai lavoratori stranieri.

QUANTO VALE LA VITA DI UN LAVORATORE?
E’ ORA DI DIRE BASTA!

PRESIDIO in piazza del Municipio a Gerenzano
Martedì 24 Giugno 2008
Dalle ore 17,00 alle ore 20,00



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