15 febbraio 2010

APPELLO DEI LAVORATORI MANGIAROTTI NUCLEAR SPA-MILANO, IN PRESIDIO PERMANENTE

LE RSU E I LAVORATORI DELLA MANGIAROTTI NUCLEAR SPA-MILANO
INVITANO I LAVORATORI VOICITY, EX OMNIANETWORK,
PRESSO IL LORO PRESIDIO PERMANENTE
NEI GIORNI DEL 16 E 17 FEBBRAIO 2010,
DATE CRUCIALI E IMPORTANTISSIME PER LA SALVAGUARDIA
DEI LORO POSTI DI LAVORO.
Le Rsu della Mangiarotti Nuclear di v.le Sarca, fabbrica di componenti nucleari alla Bicocca, insieme ai lavoratori sono in presidio permanente da dicembre 2009, mese in cui l'azienda, dopo aver messo in cassa integrazione per gli 8 mesi precedenti, 55 lavoratori aveva richiesto la cassa per i rimanenti.

La causa addotta a dicembre sarebbe la crisi, ma il timore, forte, di tutti è sempre stato che fosse l’ultima mossa prima della chiusura definitiva per spostare altrove la produzione. I dipendenti, però, non ci sono mai cascati in quanto sanno di essere gli unici in Lombardia in grado di produrre componenti speciali per le centrali nucleari e che il lavoro in tale settore non è mai mancato.

Infatti la Mangiarotti (prima Breda, poi Ansaldo Energia e gruppo Camozzi), è una fabbrica specializzata in generatori di vapore e da tempo lavora per giganti come Westinghouse, Areva e Sogin.

La cassa integrazione è di fatto una piazza pulita di tutto il reparto produttivo. Con già una causa persa per attività antisindacale, la Mangiarotti secondo Rsu e Fiom Cgil non ha rispettato l’accordo di aprile con cui s’impegnava a mantenere la produzione a Milano. «Dopo pochi mesi hanno iniziato a dirottare le commesse all’altro stabilimento di Pannelia, vicino a Udine. Ci hanno detto che così vogliono i clienti. Invece è l’azienda che usa le nostre licenze e il nostro nome per riempirsi il portafoglio».

Inoltre la Mangiarotti entro il 2011 avrà pronta una fabbrica “ gemella” a Monfalcone, sul mare, così da eliminare costi e problemi di trasporto di enormi pezzi di acciaio da Milano all’Adriatico, per l’imbarco. In più la sede attuale, al 336 di viale Sarca davanti all’acciaieria Marcegaglia, è in una zona dai forti appetiti immobiliari. L’area è ancora di proprietà del gruppo bresciano Camozzi (i nuovi proprietari della Innse), e il contratto d’affitto scade nel 2014. Ma già da oggi, anche se i tempi non saranno brevi, si parla di cambiare la destinazione d’uso a residenziale. Intorno, del resto, si stanno costruendo palazzi da 2.450 mila euro al metro quadrato; l'ennesima speculazione edilizia!

Quindi da allora è partito il presidio ai cancelli. In una quindicina stanno lì fissi, gli altri vanno e vengono a difendere alesatrici, torni, saldatrici e quei sei recipienti a pressione ancora in lavorazione che Areva ha commissionato per l’impianto in costruzione a Flamanville, Francia del Nord.
RSU VOICITY