La Sea aspetta che la bimba compia un anno e terminato l’allattamento vorrebbe imporre il trasferimento di mamma Jessica dalla Sea Handling di Malpensa a Linate.
La Sea Handling si pone in contrasto con la politica di conciliazione dei tempi di vita e attua una discriminazione verso le donne? Chiesto l’intervento della Consigliera di Parità Regionale.
La lavoratrice Jessica M. dopo aver prestato la propria attività come precaria dal 2001 si rivolge al pretore (sostenuta dal punto Sanprecario e con altri/e ottiene la assunzione a tempo indeterminato). Qualche giorno prima della sentenza nasce la bimba e quindi usufruisce della maternità e al rientro a Malpensa prosegue con i soliti orari e i permessi per l’allattamento. Ma con l’avvicinarsi del primo anno della bimba il giorno 8 febbraio 2007 gli viene recapitata la lettera di trasferimento da Malpensa a Linate a partire dal prossimo 10 marzo.
Il trasferimento da Malpensa a Linate è ingiusticato per varie ragioni: l’ufficio passeggeri di Malpensa ha un organico di circa 250 lavoratori e lavoratrici e a Linate sono circa 150 (di cui l’80% donne) e non è credibile né ragionevole spiegare che è indispensabile che Jessica sopporti il trasferimento, i costi e venga messa in difficoltà il suo ruolo di madre.
Non è giustificabile nemmeno perché Jessica ha fatto la causa e l’ha vinta. (E’ il caso di ricordare che le altre 7 donne e un uomo da mesi hanno subito l’ingiusto trasferimento).
E’ a conoscenza della direzione come dei sindacati che giacciono decine di richieste di avvicinamento a Linate e che quindi la prima azione da fare è ritirare il trasferimento di Jessica e dar seguito alle richieste di trasferimento volontario.
Il trasferimento metterebbe in crisi la giovane coppia e a repentaglio il posto di lavoro di un'altra donna. Oggettivamente la scelta di trasferire Jessica non è un azione positiva, che favorisce lo sviluppo della occupazione femminile anzi appare come una discriminazione e un segnale negativo verso le donne.
E’ il caso di ricordare che in Lombardia circa 7.500 madri lasciano il posto di lavoro entro l’anno del bambino (fonte: Consigliera di Parità). E certo che con l’azione del trasferimento si mette in difficoltà il mantenimento della occupazione femminile. E’ così che SEA intende gestire il 2007 anno contro le discriminazioni??
Il 19 marzo è fissata l’udienza della causa legale di urgenza contro l’illegittimo trasferimento presso il tribunale di Busto Arsizio. Ci aspettiamo un segnale positivo che eviti i disagi a Jessica e famiglia.
La lavoratrice Jessica M. dopo aver prestato la propria attività come precaria dal 2001 si rivolge al pretore (sostenuta dal punto Sanprecario e con altri/e ottiene la assunzione a tempo indeterminato). Qualche giorno prima della sentenza nasce la bimba e quindi usufruisce della maternità e al rientro a Malpensa prosegue con i soliti orari e i permessi per l’allattamento. Ma con l’avvicinarsi del primo anno della bimba il giorno 8 febbraio 2007 gli viene recapitata la lettera di trasferimento da Malpensa a Linate a partire dal prossimo 10 marzo.
Il trasferimento da Malpensa a Linate è ingiusticato per varie ragioni: l’ufficio passeggeri di Malpensa ha un organico di circa 250 lavoratori e lavoratrici e a Linate sono circa 150 (di cui l’80% donne) e non è credibile né ragionevole spiegare che è indispensabile che Jessica sopporti il trasferimento, i costi e venga messa in difficoltà il suo ruolo di madre.
Non è giustificabile nemmeno perché Jessica ha fatto la causa e l’ha vinta. (E’ il caso di ricordare che le altre 7 donne e un uomo da mesi hanno subito l’ingiusto trasferimento).
E’ a conoscenza della direzione come dei sindacati che giacciono decine di richieste di avvicinamento a Linate e che quindi la prima azione da fare è ritirare il trasferimento di Jessica e dar seguito alle richieste di trasferimento volontario.
Il trasferimento metterebbe in crisi la giovane coppia e a repentaglio il posto di lavoro di un'altra donna. Oggettivamente la scelta di trasferire Jessica non è un azione positiva, che favorisce lo sviluppo della occupazione femminile anzi appare come una discriminazione e un segnale negativo verso le donne.
E’ il caso di ricordare che in Lombardia circa 7.500 madri lasciano il posto di lavoro entro l’anno del bambino (fonte: Consigliera di Parità). E certo che con l’azione del trasferimento si mette in difficoltà il mantenimento della occupazione femminile. E’ così che SEA intende gestire il 2007 anno contro le discriminazioni??
Il 19 marzo è fissata l’udienza della causa legale di urgenza contro l’illegittimo trasferimento presso il tribunale di Busto Arsizio. Ci aspettiamo un segnale positivo che eviti i disagi a Jessica e famiglia.
n.b: novità - Potete solidarizzare con Jessica o dire la vostra sul neonato: http://www.donnelavori.org/
CUB Trasporti 8 marzo 2007