L'azienda ha deciso di limitare a mezz'ora la "finestra" per il timbro del cartellino in ingresso e uscita, da un'ora e mezza che era. Un'ora di sciopero con presidio e petizione per far rientrare la decisione. "Su questi orari si organizza la vita quotidiana di molti".
«Non ci hanno mai dato una motivazione razionale per questa scelta: cosa dobbiamo pensare, che sia una cattiveria gratuita nei confronti di chi lavora qui?» Con loro i rappresentanti sindacali aziendali Mario Gadda (Fiom), Alberto Ghielmetti (Fim), Renzo Zambelli (Cub), che ribadiscono la controproposta di un'ora di "finestra".
All'Ansaldo Caldaie di Gallarate scoppia l'agitazione sindacale. I dipendenti stamane hanno scioperato per un'ora con un presidio sotto la sede di via Monsignor Macchi, a due passi dal casello dell'autostrada. Il motivo è legato proprio, fra l'altro, alla mobilità. O meglio: alla flessibilità degli orari. A scendere in agitazione e richiedere fermamente all'azienda di tornare sui suoi passi, o perlomeno accettare le proposte di mediazione già avanzate prima delle ferie, non sono operai, ma ingegneri. Settimi e ottavi livelli, quadri. Duecentocinquanta dipendenti circa, un'ottantina le donne.