PROFESSIONE EX-PENSIONATO
Agusta si affida a consulenti pagati a peso d’oro
I soldi sono di Agusta (anche se molti dipendenti sono azionisti finmeccanica) e li spende come meglio crede ma a tutto c’è un limite. Oramai questi vecchietti spadroneggiano per l’azienda sicuri della loro condizione di super-eroi, sono disponibili a fare qualsiasi lavoro pur di rimanere attaccati alla tetta di mamma Agusta. Potremmo dire “piove sempre sul bagnato” perché si regalano soldi a chi ne ha meno bisogno oppure che Agusta sta diventando un centro sociale perché accoglie ex-lavoratori che altrimenti avrebberero una vita vuota e senza soddisfazioni, quello che non ci spieghiamo è come faccia Agusta ad avere ancora bisogno di questi lavoratori? Possibile che non ci siano giovani in grado di svolgere tali mansioni? Quanti giovani si assumerebbero con uno stipendio da consulente? E i dipendenti come si dovrebbero sentire conoscendo gli stipendi che percepiscono tali pensionati? Tornate a casa a fare i pensionati.
AGUSTA, CALMA APPARENTE
Due mesi di tempo per recuperare ritardi dovuti all’innefficienza manageriale
Qualche anno fa si poteva parlare di “picchi di lavoro temporanei” che andavano recuperati con una gestione più flessibile dei lavoratori, ora i picchi sono all’ordine del giorno ed i lavoratori sono diventati anche troppo flessibili e troppo tolleranti. A Vergiate il 6 x 6, imposto dall’azienda senza obiezione alcuna, è diventato il normale orario di lavoro, tanto che ora va aggiustato per farlo coincidere con la mensa, cosa che fa gridare allo scandalo ma che è nulla rispetto al famoso referendum dove i lavoratori hanno rifiutato il 6 x 6 e sono stati abbandonati dai sindacati.
A C. Costa si tenta di imporre l’orario plurisettimanale per pagare meno i lavoratori ed aprire la strada alla domenica lavorativa, al rifiuto da parte dei lavoratori il sindacato ha risposto “auguri”. Tanto ci sono sempre le “aziende di famiglia” che possono sopperire ai ritardi.
VELOCITA’ AUTO IN AZIENDA
Dirigenti, quadri e scendiletto..….. il dovere arriva prima
Nonostante l’idea innovativa dell’RSPP aziendale che, con un colpo di genio inaspettato, proponeva all’azienda di sostituire i limiti di velocità da 10 KM/H a 30 KM/H, le auto non hanno rallentato il passo. Ci vengono i brividi solo al pensiero di quale possa essere la nuova strategia aziendale per raggiungere l’obiettivo. Per adesso ci limitiamo a rilevare che, se si tratta di bloccare le vetture dei disabili, la reazione aziendale è immediata ed inesorabile, quando, invece, le auto sono dei dirigenti, allora non si trovano più gli strumenti idonei per il rispetto delle regole. Noi possiamo proporre, ironicamente, due limiti: uno per i disabili di 10 KM/H ed un secondo per dirigenti, quadri e scendiletto di 50 KM/H. Così almeno non ci saranno più dubbi su chi è tenuto al rispetto delle regole e chi invece può farne a meno.
Agusta si affida a consulenti pagati a peso d’oro
I soldi sono di Agusta (anche se molti dipendenti sono azionisti finmeccanica) e li spende come meglio crede ma a tutto c’è un limite. Oramai questi vecchietti spadroneggiano per l’azienda sicuri della loro condizione di super-eroi, sono disponibili a fare qualsiasi lavoro pur di rimanere attaccati alla tetta di mamma Agusta. Potremmo dire “piove sempre sul bagnato” perché si regalano soldi a chi ne ha meno bisogno oppure che Agusta sta diventando un centro sociale perché accoglie ex-lavoratori che altrimenti avrebberero una vita vuota e senza soddisfazioni, quello che non ci spieghiamo è come faccia Agusta ad avere ancora bisogno di questi lavoratori? Possibile che non ci siano giovani in grado di svolgere tali mansioni? Quanti giovani si assumerebbero con uno stipendio da consulente? E i dipendenti come si dovrebbero sentire conoscendo gli stipendi che percepiscono tali pensionati? Tornate a casa a fare i pensionati.
AGUSTA, CALMA APPARENTE
Due mesi di tempo per recuperare ritardi dovuti all’innefficienza manageriale
Qualche anno fa si poteva parlare di “picchi di lavoro temporanei” che andavano recuperati con una gestione più flessibile dei lavoratori, ora i picchi sono all’ordine del giorno ed i lavoratori sono diventati anche troppo flessibili e troppo tolleranti. A Vergiate il 6 x 6, imposto dall’azienda senza obiezione alcuna, è diventato il normale orario di lavoro, tanto che ora va aggiustato per farlo coincidere con la mensa, cosa che fa gridare allo scandalo ma che è nulla rispetto al famoso referendum dove i lavoratori hanno rifiutato il 6 x 6 e sono stati abbandonati dai sindacati.
A C. Costa si tenta di imporre l’orario plurisettimanale per pagare meno i lavoratori ed aprire la strada alla domenica lavorativa, al rifiuto da parte dei lavoratori il sindacato ha risposto “auguri”. Tanto ci sono sempre le “aziende di famiglia” che possono sopperire ai ritardi.
VELOCITA’ AUTO IN AZIENDA
Dirigenti, quadri e scendiletto..….. il dovere arriva prima
Nonostante l’idea innovativa dell’RSPP aziendale che, con un colpo di genio inaspettato, proponeva all’azienda di sostituire i limiti di velocità da 10 KM/H a 30 KM/H, le auto non hanno rallentato il passo. Ci vengono i brividi solo al pensiero di quale possa essere la nuova strategia aziendale per raggiungere l’obiettivo. Per adesso ci limitiamo a rilevare che, se si tratta di bloccare le vetture dei disabili, la reazione aziendale è immediata ed inesorabile, quando, invece, le auto sono dei dirigenti, allora non si trovano più gli strumenti idonei per il rispetto delle regole. Noi possiamo proporre, ironicamente, due limiti: uno per i disabili di 10 KM/H ed un secondo per dirigenti, quadri e scendiletto di 50 KM/H. Così almeno non ci saranno più dubbi su chi è tenuto al rispetto delle regole e chi invece può farne a meno.