300 MATERNE E NIDI CHIUSI
E IN 2000 IN L.GO TREVES
PRESIDIANO L’ASSESSORATO
Cronistoria di una giornata di lotta.
Hanno risposto in massa le educatrici del Comune di Milano, appoggiate da commessi e amministrativi, 4000 lavoratrici/tori hanno incrociato le braccia dando una risposta unitaria alle provocazioni dell’Amministrazione comunale che pretende di obbligare le educatrici a lavorare 15 giorni il mese di luglio, senza incentivo, contravvenendo quanto previsto dal CCNL, CCDI, leggi regionali e accordi sindacali.
Alla richiesta perpetrata negli anni dalle lavoratici di soluzione dei problemi dei servizi all’infanzia, diventati ormai insostenibili per mancanza di personale, carichi di lavoro insopportabili, turni non preventivati, mancanza di sicurezza per la piccola utenza, rapporti numerici educatrice/bambino talmente alzati da non garantire più qualità nei servizi ma pura gestione, l’Amministrazione risponde annullando il calendario scolastico e aumentando le ore di lavoro frontale, obbligando le educatrici con l’emissione di ordini di servizio.
Erano oltre 2000 le educatrici arrabbiatissime, che con cartelli, striscioni, fischietti, coperchi, bandiere, hanno invaso Largo Treves procedendo in corteo fino al Palazzo dell’Assessorato alla Famiglia Scuola e Politiche Sociali, scortate da polizia e carabinieri.
Una marea colorata e urlante per 3 ore ha presidiato il palazzo mentre una delegazione di delegati sindacali insieme a rappresentanti dei genitori sono stati ricevuti da burocrati della direzione che hanno ascoltato, ancora una volta le ragioni della protesta senza che assessore e direttore centrale si facessero vedere.
Alla mancata risposta da parte dell’Amministrazione di coprire il mese di luglio con presenza volontaria per le educatrici di ruolo incentivate e l’apertura di un tavolo permanente per la soluzione delle problematiche dei servizi all’infanzia, le organizzazioni sindacali dopo un’assemblea volante nel piazzale antistante l’assessorato hanno deciso, con la piena approvazione delle educatrici, di andare tutti a Palazzo Marino.
Mezz’ora dopo, in piazza della Scala, si rinnovava la protesta, con le educatrici sempre più decise ad andare fino in fondo, sempre più arrabbiate e non disposte a cedere alle provocazioni.
Da palazzo Marino giungeva la disponibilità a incontrare le rappresentanze e i lavoratori e alla presenza dei consiglieri un esponente del Palazzo a nome dell’Assessore comunicava l’intenzione di aprire un tavolo di incontro sulle problematiche dello sciopero mercoledì 25 giugno, 5 giorni prima dell’apertura dei servizi estivi. Solo dopo aver avuto la garanzia di essere ascoltate, le educatrici, alle 14.30, sotto un sole implacabile, abbandonavano la piazza rinnovando l’appuntamento per il giorno dell’incontro.
CONTINUA LA LOTTA DEI LAVORATORI DEI SERVIZI ALL’INFANZIA
PER LA SALVAGUARDIA DEL CALENDARIO SCOLASTICO, PER SCUOLE ALL’INFANZIA PUBBLICHE E QUALIFICATE
NEL RISPETTO DEI DIRITTI DELLE EDUCATRICI E DEI BAMBINI
E IN 2000 IN L.GO TREVES
PRESIDIANO L’ASSESSORATO
Cronistoria di una giornata di lotta.
Hanno risposto in massa le educatrici del Comune di Milano, appoggiate da commessi e amministrativi, 4000 lavoratrici/tori hanno incrociato le braccia dando una risposta unitaria alle provocazioni dell’Amministrazione comunale che pretende di obbligare le educatrici a lavorare 15 giorni il mese di luglio, senza incentivo, contravvenendo quanto previsto dal CCNL, CCDI, leggi regionali e accordi sindacali.
Alla richiesta perpetrata negli anni dalle lavoratici di soluzione dei problemi dei servizi all’infanzia, diventati ormai insostenibili per mancanza di personale, carichi di lavoro insopportabili, turni non preventivati, mancanza di sicurezza per la piccola utenza, rapporti numerici educatrice/bambino talmente alzati da non garantire più qualità nei servizi ma pura gestione, l’Amministrazione risponde annullando il calendario scolastico e aumentando le ore di lavoro frontale, obbligando le educatrici con l’emissione di ordini di servizio.
Erano oltre 2000 le educatrici arrabbiatissime, che con cartelli, striscioni, fischietti, coperchi, bandiere, hanno invaso Largo Treves procedendo in corteo fino al Palazzo dell’Assessorato alla Famiglia Scuola e Politiche Sociali, scortate da polizia e carabinieri.
Una marea colorata e urlante per 3 ore ha presidiato il palazzo mentre una delegazione di delegati sindacali insieme a rappresentanti dei genitori sono stati ricevuti da burocrati della direzione che hanno ascoltato, ancora una volta le ragioni della protesta senza che assessore e direttore centrale si facessero vedere.
Alla mancata risposta da parte dell’Amministrazione di coprire il mese di luglio con presenza volontaria per le educatrici di ruolo incentivate e l’apertura di un tavolo permanente per la soluzione delle problematiche dei servizi all’infanzia, le organizzazioni sindacali dopo un’assemblea volante nel piazzale antistante l’assessorato hanno deciso, con la piena approvazione delle educatrici, di andare tutti a Palazzo Marino.
Mezz’ora dopo, in piazza della Scala, si rinnovava la protesta, con le educatrici sempre più decise ad andare fino in fondo, sempre più arrabbiate e non disposte a cedere alle provocazioni.
Da palazzo Marino giungeva la disponibilità a incontrare le rappresentanze e i lavoratori e alla presenza dei consiglieri un esponente del Palazzo a nome dell’Assessore comunicava l’intenzione di aprire un tavolo di incontro sulle problematiche dello sciopero mercoledì 25 giugno, 5 giorni prima dell’apertura dei servizi estivi. Solo dopo aver avuto la garanzia di essere ascoltate, le educatrici, alle 14.30, sotto un sole implacabile, abbandonavano la piazza rinnovando l’appuntamento per il giorno dell’incontro.
CONTINUA LA LOTTA DEI LAVORATORI DEI SERVIZI ALL’INFANZIA
PER LA SALVAGUARDIA DEL CALENDARIO SCOLASTICO, PER SCUOLE ALL’INFANZIA PUBBLICHE E QUALIFICATE
NEL RISPETTO DEI DIRITTI DELLE EDUCATRICI E DEI BAMBINI