Roberta B. 30enne plurioperata al cervello rischia il posto di lavoro o una vita impossibile con la aspettativa non retribuita.
Abbiamo chiesto alla dirigenza della banca Carige di evitare la strada del licenziamento e di consentire a Roberta di pensare al bene primario della salute.
La Banca Carige, a Milano, nel 2001, ha assunto dalle liste degli invalidi civili Roberta B., che aveva già all’epoca un tumore e problemi visivi.
Dal 2001 al 2006 cambia diverse agenzie, ma viene impiegata allo sportello - causando, a lei e ai clienti, problemi per le difficoltà visive - senza i necessari ausili e attrezzature adeguate, per le quali si è battuta continuamente. Solo dal maggio 2006 viene impiegata nel retrosportello in attività più consone ma con carenza dei necessari ausili visivi.
In questi anni la malattia è progredita e dal 2004 utilizza la legge 104 del 1992 per l’aggravamento della salute. E’ stata operata due volte ai primi di febbraio 2007, il 9 novembre e di nuovo l’8 febbraio del 2008.
In questa lotta per la vita la sommatoria dei periodi di malattia avvicina Roberta al limite della conservazione del posto di lavoro e la direzione la avvisa che questo scadrà il 26 febbraio 2008.
Il contratto nazionale dei bancari prevede per le malattie oncologiche un periodo aggiuntivo del 50%... e poi eventualmente la aspettativa non retribuita di 8 mesi e poi … il licenziamento.
Il sindacato CUB ha richiesto nei giorni scorsi alla direzione di continuare a mantenere il posto e la retribuzione a Roberta anche vista la particolarità del caso.
Il sindacato CUB ha scritto alla direzione e al Consiglio di Amministrazione nella lettera del 20 febbraio “ … Convinti che la precarietà di un licenziamento e/o di una vita senza reddito con aspettativa non retribuita comporterebbe un’ulteriore difficoltà evitabile con un piccolo costo economico a carico della società Vi rinnoviamo l’invito a far prevalere le considerazioni principali della salvaguardia della salute e del benessere psicofisico di Roberta B. e ad evitare di intraprendere azioni che mettono in pericolo il posto di lavoro.”
La CUB nel chiedere alla direzione una svolta positiva invita associazioni e istituzioni e quanti pensano ingiusto il licenziamento a far sentire la loro voce.
Milano, 26 febbraio 2008