Durante il turno di notte di martedì 24 luglio 2007 la “esplosione di un essiccatore” colpisce a morte Luca Finardi e due feriti nel reparto M1 di Antibioticos.
Un impianto sicuro, a norma di legge, non avrebbe dovuto né potuto esplodere né si potrebbe aprire per un errore umano.
Il sindacato CUB ritiene che non sia sufficiente la denuncia per i 4 morti al giorno.
È sicuramente necessario fare chiarezza su quel che è accaduto ma non basta.
Alle istituzione chiediamo di fare la loro parte.
Pensiamo però che sia decisivo il contributo dei lavoratori addetti, di chi ci ha lavorato per far emergere le concrete condizioni di lavoro e la verità di quel che è successo.
In Italia un governo che voglia cambiare le cose invece di finanziare e detassare gli straordinari dovrebbe finanziare e realizzare un programma nazionale di bonifica ambientale, di prevenzione e di manutenzione straordinaria.
Nelle fabbriche e in Antibioticos e nel polo Chimico di Rodano pensiamo che ciò sia necessario.
Perciò siamo e saremo disponibili a sostenere la solidarietà verso la famiglia e chi è stato colpito e sicuramente siamo disponibili eventuali supporti legali.
Ma siamo ancora più interessati, e chiediamo a chi è disponibile di farlo insieme, a costruire le condizioni per evitare che ciò si ripeta.
E per farlo come diceva qualcuno in assemblea non basta sperare nella fortuna ma si deve agire e programmare una revisione completa dei cicli produttivi, e non sulla carta, ma facendo emergere, facendo parlare chi concretamente ci lavora per sapere quali sono le condizioni di rischio e programmare gli interventi necessari.
Anche Antibioticos da anni si avvale di ripetute mobilità (licenziamenti collettivi che consentono di espellere manodopera anziana e costosa) e sostituendola con lavoratori a tempo determinato.
Sono le statistiche che dicono che tra i precari ci sono più feriti e morti nella guerra sul lavoro. Anche Luca era un lavoratore a tempo determinato.
Ancora una volta questa tragedia fa emergere quanto sia necessaria per i lavoratori e le lavoratrici un cambio di strategia e di intervento sindacale e collettivo per cambiare le cose.
Un impianto sicuro, a norma di legge, non avrebbe dovuto né potuto esplodere né si potrebbe aprire per un errore umano.
Il sindacato CUB ritiene che non sia sufficiente la denuncia per i 4 morti al giorno.
È sicuramente necessario fare chiarezza su quel che è accaduto ma non basta.
Alle istituzione chiediamo di fare la loro parte.
Pensiamo però che sia decisivo il contributo dei lavoratori addetti, di chi ci ha lavorato per far emergere le concrete condizioni di lavoro e la verità di quel che è successo.
In Italia un governo che voglia cambiare le cose invece di finanziare e detassare gli straordinari dovrebbe finanziare e realizzare un programma nazionale di bonifica ambientale, di prevenzione e di manutenzione straordinaria.
Nelle fabbriche e in Antibioticos e nel polo Chimico di Rodano pensiamo che ciò sia necessario.
Perciò siamo e saremo disponibili a sostenere la solidarietà verso la famiglia e chi è stato colpito e sicuramente siamo disponibili eventuali supporti legali.
Ma siamo ancora più interessati, e chiediamo a chi è disponibile di farlo insieme, a costruire le condizioni per evitare che ciò si ripeta.
E per farlo come diceva qualcuno in assemblea non basta sperare nella fortuna ma si deve agire e programmare una revisione completa dei cicli produttivi, e non sulla carta, ma facendo emergere, facendo parlare chi concretamente ci lavora per sapere quali sono le condizioni di rischio e programmare gli interventi necessari.
Anche Antibioticos da anni si avvale di ripetute mobilità (licenziamenti collettivi che consentono di espellere manodopera anziana e costosa) e sostituendola con lavoratori a tempo determinato.
Sono le statistiche che dicono che tra i precari ci sono più feriti e morti nella guerra sul lavoro. Anche Luca era un lavoratore a tempo determinato.
Ancora una volta questa tragedia fa emergere quanto sia necessaria per i lavoratori e le lavoratrici un cambio di strategia e di intervento sindacale e collettivo per cambiare le cose.
Più sicurezza meno precarietà!