24 gennaio 2007

ATTIVO DELEGATI CUB VARESE 19 GENNAIO 2007

Ordine del Giorno APPROVATO DALL’ ATTIVO DEI DELEGATI DELLA CUB DI VARESE il 19-01-07

L’ attivo dei delegati della CUB di Varese riunito per discutere ed organizzare la campagna contro lo scippo del TFR esprime una forte preoccupazione per la trattativa che si sta avviando tra il governo e CGIL-CISL-UIL sulla base del protocollo di intesa raggiunto nel mese di settembre 2006 su di un ulteriore peggioramento delle pensioni pubbliche.
Infatti in tale protocollo si dichiara apertamente che la trattativa avrà come oggetto , non l’ abolizione dello “scalone” varato dal governo Berlusconi e che il centro sinistra si era impegnato a cancellare durante la campagna elettorale, ma un allungamento dell’ età pensionabile e una modifica peggiorativa dei coefficienti di calcolo delle pensioni, in considerazione delle cosiddette “aspettative di vita”.
Su questa questione , più ancora che su altre, è inaccettabile il ruolo di CGIL-CISL-UIL.
Infatti si sta verificando un mega conflitto di interesse, da un lato CGIL-CISL-UIL gestiscono direttamente coi padroni le pensioni private e dall’ altro sono loro che si siedono col governo a trattare sulle pensioni pubbliche.
E’ evidente che chi gestisce le pensioni private non ha nessun interesse a difendere quelle pubbliche !
In piena campagna contro lo scippo del tfr chiediamo alla CUB nazionale di attivarsi con l’ insieme del sindacalismo di base per promuovere tutte le iniziative necessarie per delegittimare il ruolo di CGIL-CISL-UIL , con iniziative di lotta sul territorio fino ad arrivare ad uno sciopero generale nazionale unitario se la trattativa dovesse decollare.
Non avrebbe credibilità la nostra lotta contro lo scippo del tfr operato dalla previdenza privata se non riusciamo a difendere la pensione pubblica, a partire dal riuscire a bloccare una trattativa che ha come obiettivo un suo ulteriore peggioramento.
Sulle pensioni invece bisogna incalzare il governo perché almeno mantenga la promessa elettorale così come è stata fatta :
Abolizione dello scalone a partire dal 2008 e ripristino della possibilità di accesso alla pensione di anzianità di 35 anni con 57 anni di età anagrafica, fermo restando la nostra posizione contro tutte le contro-riforme pensionistiche e per il ripristino di una pensione pubblica dignitosa.
Inoltre l’ attivo dei delegati ha preso atto negativamente dell’ uscita del ministro del lavoro Damiano con la quale precisa che l’ eventuale dissenso del lavoratore all’ adesione alla previdenza privata, deve avvenire su di un modulo predisposto dal ministero del lavoro e/o dall’Inps.
Questa posizione è del tutto inaccettabile sia per i termini con cui è formulata , infatti i moduli verranno a disposizione ai lavoratori solo a fine gennaio, se va bene, e così i mesi previsti per l’ adesione o meno alla previdenza privata diventano 5 , sul merito è inaccettabile che dopo la truffa del silenzio assenso, dopo le norme COVIP sulla irrevocabilità della scelta , il lavoratore che non aderisce , anche se la sua volontà è esplicita ma formulata su di un modulo non ufficiale non viene ritenuta valida !
Chiediamo che la CUB chieda urgentemente un incontro al ministero del lavoro per bloccare tale iniziativa che a noi pare chiaramente illegittima oltre che porre con forza la questione della delibera della COVIP che ritiene irrevocabile la decisione di trasferire il tfr ai fondi pensione privati.
Approvato all’ unanimità dall’ attivo dei delegati della CUB di Varese

ELSAG-GEST comunicato

L’AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE DEVE RIENTRARE IN AGUSTA
Dopo il fallimento del progetto Finmeccanica di unire tutti gli uffici

Elsag-Gest, con 230 dipendenti a livello nazionale nasce dal conferimento degli uffici d’amministrazione del personale di varie aziende del Gruppo Finmeccanica tra cui Agusta. L'operazione, condotta dieci anni or sono, fu giustificata con la duplice necessità di fornire un servizio di amministrazione del personale omogeneo a tutte le aziende del gruppo e di operare anche sul mercato esterno per acquisire nuove commesse. Il suddetto servizio è erogato utilizzando prevalentemente sistemi informativi sviluppati e manutenuti in seno alla suddetta azienda.
I dieci anni trascorsi dal conferimento hanno progressivamente smentito tali premesse, l'operazione era viziata da molte incongruenze: innanzi tutto si assisteva a notevoli difficoltà nello sviluppo delle sinergie tra le attività e i servizi offerti dall'Elsag Gest e le varie aziende del Gruppo Finmeccanica; mentre sul versante del mercato esterno l'acquisizione di nuovi clienti si rivelava molto difficoltosa e con scarsi risultati.
A seguito del quadro sopra esposto Finmeccanica ha recentemente venduto l’Elsag-Gest in quanto, a detta della stessa Finmeccanica, non facente parte del proprio core-business, questa decisone metterebbe in discussione le garanzie occupazionali ricevute dai dipendenti al tempo del conferimento del servizio. Finmeccanica manterrebbe una quota minoritaria del 25-30% del pacchetto azionario di Elsag Gest e solo nel triennio 2006-2008.
I lavoratori e le lavoratrici dell’Elsag-Gest versano in una situazione di forte precarietà che si è venuta a determinare a seguito della vendita del pacchetto azionario di maggioranza ad un’azienda privata denominata “Data Management” con sede operativa in Milano e con sede legale in Lussemburgo.
Data Management esplicita una situazione di forte sofferenza sia amministrativa sia finanziaria, che si è manifestata in un esubero di 122 maestranze e nella chiusura di sedi operative periferiche.
La scelta dell'individuazione di un interlocutore privato preluderebbe a processi riorganizzativi che impatterebbero in modo negativo sui dipendenti dell'Elsag-Gest prima del triennio 2006-2008. Elsag-Gest è ceduta a Data Management senza alcun accordo sindacale e senza nemmeno valutare la reale capacità dell’Azienda che compra, che è sulla soglia di crisi e difficoltà, di garantire il futuro all’impresa e ai lavoratori.
Finmeccanica fa questo usando fino in fondo quanto la Legge 30 permette oggi alle imprese, cioè la terziarizzazione e lo scorporo di rami d’azienda senza praticamente alcun vincolo. Questo nonostante che in alcune realtà della magistratura comincino a venire sacrosante obiezioni sulla possibilità di continuare ad esternalizzare tutto.
Per quanto detto, risulta fallito il motivo che ha portato Agusta, con la complicità di CGIL CISL e UIL, a “spostare” le nostre ex colleghe alle dipendenze della Elsag e, per i motivi sopra riportati, riteniamo, pertanto, maturi i tempi per far rientrare in Agusta l’amministrazione del personale.

05 gennaio 2007

OCE’: LICENZIATO IL 20 Dicembre RIASSUNTO IL 22 Dicembre
Dopo lo sciopero del 21 l’azienda torna sui suoi passi

Il 20 dicembre-licenziato: dopo che Ocè comunicava a Giorgio che al 31 dicembre, dopo due rinnovi di contratto a termine, sarebbe cessata la sua prestazione lavorativa, i colleghi hanno chiesto alla CUB di organizzare uno sciopero di protesta.

Il 21 dicembre-sciopero: allo sciopero partecipavano, senza alcuna eccezione, tutti i lavoratori della Ocè presenti in C. Costa chiudendo, di fatto, tutti gli archivi all’interno di Agusta.
Durante lo sciopero si è tenuta una partecipata assemblea per chiarire quali erano le cause del licenziamento e quali gli sviluppi “post” sciopero: l’azione spontanea, immediata e l’intervento nei confronti della Ocè avrebbero avuto lo scopo di far riflettere l’azienda, e… così è stato.

Il 22 dicembre-riassunto: Ocè, incalzata dagli eventi, contatta Giorgio e gli comunica che sarà riassunto a tempo indeterminato, in un attimo, come un fulmine, la voce si sparge per tutta la Ocè.

Giorgio è di nuovo al suo posto ma questa volta con il posto di lavoro garantito perché la Ocè lo ha riassunto con contratto a tempo indeterminato, sottoscritto a gennaio 2007.

L’azione di lotta ha fatto cambiare idea alla direzione aziendale e di ciò siamo contenti e facciamo le nostre congratulazioni ai lavoratori che hanno scioperato.

I lavoratori della Ocè, come quelli della meccanica, hanno voluto esporsi in prima persona per tentare di difendere i diritti ed il posto di lavoro del loro collega. Oggi è toccato a loro, domani potrà toccare a noi. Ciò che è successo in Ocè dimostra che, se i lavoratori si uniscono e solidarizzano tra loro, di certo ottengono risultati.

Grazie a solo un’ora di sciopero unanime Giorgio non ha perso neanche un giorno di stipendio perché Ocè lo ha subito riassunto.

03 gennaio 2007

PENSIONI: UN CAN CAN STRUMENTALE


"Il can can che si è aperto sulle pensioni è strumentale, finalizzato a terrorizzare i lavoratori sullo stato della previdenza pubblica, con l’obiettivo principale di indirizzarli verso i fondi pensione" dichiara Pierpaolo Leonardi, Coordinatore nazionale CUB."Tutte le riforme messe in campo per smantellare il sistema previdenziale – continua Leonardi - partivano dall’affermazione apodittica dell’esistenza di una "gobba" dovuta all’aumento della speranza di vita. Ma alla lunga è venuto fuori che non di gobba si trattava, ma di una leggera scoliosi, curabile eliminando la precarietà e regolarizzando gli immigrati e recuperando l’evasione contributiva"."E’ evidente che sulla questione previdenza, che rappresenta il secondo bilancio del paese dopo quello dello Stato, si sono concentrati interessi enormi. La CUB non consentirà un ulteriore saccheggio del sistema previdenziale, ed ha già chiesto incontro urgente al ministro del Lavoro Damiano. Inoltre la CUB accompagnerà la campagna contro il trasferimento del TFR ai fondi pensione con la mobilitazione nei luoghi di lavoro, contro ogni ulteriore attacco alla previdenza e per il rilancio di un sistema pubblico, universalistico e di qualità" conclude Leonardi.

28 dicembre 2006 - Comunicato CUB