A Somma Lombardo la Palmar, perdendo l’appalto della movimentazione parti, scaricava i lavoratori sotto la nuova ditta, la cooperativa New-Ardo. A quel tempo CGIL CISL e UIL avevano scarabocchiato un accordo che consentiva agli ex lavoratori Palmar di approdare sotto la nuova ditta come SOCI COOPERATORI. Qualche mese più tardi i lavoratori, pomposamente definiti “soci”, non erano affatto contenti. Venivano al lavoro anche con la febbre, non potevano fermarsi nemmeno per bere un caffè, non avevano l’applicazione dello statuto dei lavoratori e nemmeno il famoso art. 18 (tutela nel caso di licenziamento senza giustificato motivo).
A Cascina Costa l’Agusta, con la complicità di CGIL CISL e UIL, tenta di ripetere l’azione svolta a Somma Lombardo: toglie l’appalto alla Palmar per poi passarlo alla New-Ardo, ma gli eventi furono ben altri.
I fatti accaduti da quel momento sono stati decisivi per l’esito della vicenda, i 9 dipendenti Palmar coinvolti sono stati costretti a lottare per rivendicare i diritti che dovevano esser loro garantiti fin dall’inizio ovvero:
un posto di lavoro con le stesse caratteristiche di quello ricoperto in Palmar.
Si sono iscritti alla CUB e, nonostante i tentativi da parte della CGIL e della CISL di impedirlo, hanno eletto i loro rappresentanti sindacali, costituendo la RSU.
La RSU ha poi chiesto un incontro con le aziende interessate per definire le regole del passaggio, ottenendo un netto rifiuto: o accettavano le condizioni o erano licenziati.
I lavoratori non avevano scelta e dichiararono lo sciopero ad oltranza che portò al blocco dei cancelli di Agusta a C. Costa.
Dopo 3 mesi di scioperi, blocco degli straordinari, assemblee retribuite, volantinaggi e presidi ai cancelli, le aziende coinvolte nella vicenda convocano la RSU e la CUB provinciale, e con loro stipulano un accordo che concede quanto richiesto dai lavoratori: assunzione a tempo indeterminato con lo stesso trattamento economico che avevano in Palmar e l’applicazione dell’art. 18.
Il passaggio dei lavoratori dalla Palmar alla New-Ardo a queste condizioni è troppo oneroso e costringe la cooperativa ad alzare il costo dell’appalto. La determinazione nelle lotte dei 9 lavoratori e il nuovo rilancio sul prezzo da parte della New-Ardo convincono Agusta che è meglio ripensarci, così Agusta torna sui suoi passi, offrendo l’appalto nuovamente alla Palmar.
Il resto è storia recente, i lavoratori dimostrano di sapere lavorare bene ed Agusta chiede a Palmar di svolgere altre mansioni. Palmar assume tre lavoratori dalla New-Ardo e apre le trattative con i lavoratori per soddisfare la richiesta di un aumento di stipendio.
Il 20 luglio 2006 la Palmar firma il primo accordo per un aumento complessivo di oltre 130 euro al mese, entro dicembre si concluderà la trattativa con eventuali nuovi aumenti di salario.
I fatti accaduti da quel momento sono stati decisivi per l’esito della vicenda, i 9 dipendenti Palmar coinvolti sono stati costretti a lottare per rivendicare i diritti che dovevano esser loro garantiti fin dall’inizio ovvero:
un posto di lavoro con le stesse caratteristiche di quello ricoperto in Palmar.
Si sono iscritti alla CUB e, nonostante i tentativi da parte della CGIL e della CISL di impedirlo, hanno eletto i loro rappresentanti sindacali, costituendo la RSU.
La RSU ha poi chiesto un incontro con le aziende interessate per definire le regole del passaggio, ottenendo un netto rifiuto: o accettavano le condizioni o erano licenziati.
I lavoratori non avevano scelta e dichiararono lo sciopero ad oltranza che portò al blocco dei cancelli di Agusta a C. Costa.
Dopo 3 mesi di scioperi, blocco degli straordinari, assemblee retribuite, volantinaggi e presidi ai cancelli, le aziende coinvolte nella vicenda convocano la RSU e la CUB provinciale, e con loro stipulano un accordo che concede quanto richiesto dai lavoratori: assunzione a tempo indeterminato con lo stesso trattamento economico che avevano in Palmar e l’applicazione dell’art. 18.
Il passaggio dei lavoratori dalla Palmar alla New-Ardo a queste condizioni è troppo oneroso e costringe la cooperativa ad alzare il costo dell’appalto. La determinazione nelle lotte dei 9 lavoratori e il nuovo rilancio sul prezzo da parte della New-Ardo convincono Agusta che è meglio ripensarci, così Agusta torna sui suoi passi, offrendo l’appalto nuovamente alla Palmar.
Il resto è storia recente, i lavoratori dimostrano di sapere lavorare bene ed Agusta chiede a Palmar di svolgere altre mansioni. Palmar assume tre lavoratori dalla New-Ardo e apre le trattative con i lavoratori per soddisfare la richiesta di un aumento di stipendio.
Il 20 luglio 2006 la Palmar firma il primo accordo per un aumento complessivo di oltre 130 euro al mese, entro dicembre si concluderà la trattativa con eventuali nuovi aumenti di salario.
C. Costa Ottobre 2006