30 settembre 2007




26 settembre 2007











21 settembre 2007

Nokia di Cassina de’ Pecchi: No alla P.S. che fa il contropicchetto per impedire ai lavoratori di uscire dalla fabbrica.

La Forza Pubblica interviene nelle lotte Nokia Siemens Network di Cassina de’ Pecchi e impedisce al corteo dei lavoratori di uscire dai cancelli durante l’ora di sciopero decisa per affiggere sulla Strada Padana Superiore lo striscione:

Nokia leader mondiale dei telefonini
chiude le fabbriche e rapina le tecnologie.

Nell’ambito delle iniziative di lotta contro la esternalizazzione avviata il 12 settembre e dei previsti licenziamenti oggi dalle 10,30 i lavoratori in sciopero si sono avviati alla portineria ma sono stati fermati da tre cellulari della P.S. e solo dopo varie discussioni è stata fatta uscire “sotto scorta” una delegazione che ha affisso lo striscione.

Il sindacato FLMUniti-CUB protesta contro l’intervento della forza pubblica che intimidisce e vuole evitare e depotenziare le lotte dei lavoratori.

FLMUniti-CUB chiede alle istituzioni e al governo un intervento affinché si affronti positivamente la vertenza evitando l’intervento improprio della forza pubblica nelle lotte.
FLMUniti - CUB
Sede di zona: Cassina de' Pecchi
via Marconi 38 tel 02 95341107
fax 0295288938 20131

La CUB, la Confederazione COBAS e SdL Iintercategoriale hanno INDETTO lo SCIOPERO GENERALE il 9 NOVEMBRE di tuttto il sindacalismo di base.

ACCORDO DEL 23 LUGLIO: PROCLAMATO LO SCIOPERO GENERALE PER IL 9 NOVEMBRE 2007

La CUB - Confederazione Unitaria di Base, la Confederazione Cobas e il SdL Intercategoriale hanno inoltrato in data odierna il telegramma di indizione dello sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private, che si terrà il 9 novembre 2007 per l’intera giornata.Allo sciopero generale hanno già aderito tutte le sigle del sindacalismo di base.Lo sciopero viene indetto contro l’Accordo su precarietà, welfare e pensioni del 23 luglio 2007, per la redistribuzione del reddito, la difesa ed il rilancio del sistema previdenziale pubblico e dello stato sociale, l’aggancio delle pensioni alle dinamiche inflattive e retributive, per salari europei, rinnovi contrattuali veri, lavoro stabile e tutelato e diritto al reddito, contro la guerra e per il taglio drastico delle spese militari.Durante lo sciopero generale saranno garantiti i servizi minimi essenziali.Le articolazioni di categoria saranno quanto prima comunicate a cura delle stesse.

Roma, 19 settembre 2007

Con la scusa della crisi di Alitalia, vogliono colpire i lavoratori. Interinali e stagionali per primi.

Per anni i governi, sia di centro-destra che di centro-sinistra, che si sono succeduti, hanno utilizzato Alitalia per fini prettamente elettorali, rimandato la risoluzione dei problemi senza precisi interventi, quasi a favorirne le crisi per poter poi privatizzare. Ora dopo anni di agonia, il governo di centro-sinistra ha deciso, in virtù della sacra legge del “mercato”, che per salvare Alitalia bisogna concentrare il massimo dei voli su Fiumicino.
Da qui la scelta di tagliare 150 voli di Malpensa.
CERCANO DI SALVARE LA FACCIA
Dopo la scelta di Alitalia, i politici lombardi, per far vedere che esistono, si sono lanciati in una canea di dichiarazioni e iniziative propagandistiche, con in testa Formigoni, Moratti e la Lega, con il centro-sinistra che per paura di perdere voti avvalla questa canea.
Hanno trasformato il problema Alitalia, come una scelta contro il Nord produttivo e operoso.
Gli amministratori Lombardi si dimenticano forse che da oltre 20 anni governano Regione, Provincia di Varese e Comune di Milano, e non ci sembra che si siano distinti con precisi piani per valorizzare Malpensa con collegamenti efficienti, una valutazione ambientale con la salvaguardia del territorio, una salvaguardia delle condizioni lavorative con garanzie sociali certe per tutti i lavoratori. Questi amministratori non si sono mai posti il problema del proliferare di aeroporti in tutto il Nord senza un preciso piano. Per anni gli amministratori Lombardi hanno intascato gli utili prodotti dalla Sea e dalle aziende che operano a Malpensa senza mai porsi il problema dei lavoratori e del territorio. Da sempre Malpensa è la patria del lavoro precario e sottopagato.
A chi si erge a paladino della difesa di Malpensa e della Lombardia, basterebbe ricordare che solo pochi anni fa, l’attuale presidente di Sea (di area Leghista) era presidente di Alitalia e non ci risultano progetti concreti per evitare questa situazione.

IN ATTO LA GUERRA PER SPARTIRSI UNA GROSSA FETTA DI MERCATO
A noi sembra invece, che lo scontro in atto sia prettamente economico. In queste settimane si determineranno sia il futuro di Alitalia (privatizzazione), sia l’assegnazione degli slot cioè il diritto concesso ad una compagnia aerea da parte delle autorità aeroportuali, di pianificare ed istituire voli con cadenze regolari in partenza o in arrivo. Il tono delle polemiche e l’accanimento dimostrano che la partita in corso su Malpensa ha una grande rilevanza economica. Per Malpensa non ci troviamo di fronte alla classica crisi aziendale, con la previsione di riduzioni di organici, assistiamo invece ad uno scontro tra diverse compagnie aeree per accaparrarsi gli slot e il ricco mercato che le gravita intorno, come hanno evidenziato le offerte di Ryan air e EasyJet.
Lo stesso piano industriale di Sea, presentato a giugno scorso, prevedeva per i prossimi 5 anni due ipotesi. La prima con l presenza di Alitalia e la seconda senza la presenza della compagnia di bandiera. Tutte e due le ipotesi prevedevano un aumento sia di movimentazione merci che di passeggeri.
Le previsioni catastrofiche di questi giorni sono quindi finalizzate a drammatizzare la situazione per far accettare ai lavoratori e ai cittadini, ulteriori sacrifici e rinunce alle loro condizioni economiche e salariali.

IL SINDACO DI MILANO PREPARA L’ATTACCO AI LAVORATORI
Il sindaco di Milano Moratti, ha chiesto al governo la possibilità per Sea di utilizzare gli stessi ammortizzatori sociali disponibili oggi per Alitalia. Nella sostanza la proprietà di Sea si appresta a chiedere crisi aziendale, per poter ridurre il personale. La legge prevede che a fronte della richiesta di crisi aziendale si debbano subito sospendere il lavoro interinale e a termine.
Dopo aver utilizzato per anni i lavoratori interinali e stagionali, costringendoli a centinaia di ore di straordinari, con la promessa di una loro assunzione definitiva, ora ci si vuole liberare di loro.
Ma non solo con la scusa della crisi di Alitalia, si cercherà in tutti i modi di far passare un diverso regime di orari con l’aumento del lavoro per tutti i lavoratori Sea.
Di fronte a questa situazione Cgil-Cisl-Uil pensano solo a schierarsi in cordate con questa o quella compagnia, abbandonando i lavoratori più deboli (interinali e tempi determinati).
Già circolano proposte di Sea, con qualche migliaio di euro, (soldi della collettività) a chi accetta di licenziarsi.
Noi invece riteniamo che occorra intensificare l'impegno a tutti i livelli (mobilitazione, istituzionale e legale) per assicurare la difesa di tutti i lavoratori e delle loro condizioni di lavoro.

20-9-2007 A.L.Cobas-CUB Trasporti

16 settembre 2007

ORDINE DEL GIORNO COORDINAMENTO NAZIONALE CUB 07/09/07

Il C.N. CUB ritiene indispensabile quindi la costruzione di uno SCIOPERO GENERALE NAZIONALE, da inserire in un programma di lotte più ampio e duraturo, da attuarsi tenendo conto anche dei tempi di discussione della Legge Finanziaria per il 2008 che dovrà anche recepire i contenuti dell’accordo sul welfare e che già si annuncia pesante e infarcita di ulteriori tagli e sacrifici.

Accordo 23/7/07: Pensioni più basse e lavoro più precario

Il 23 luglio scorso il Governo Prodi ha firmato con Cgil-Cisl-Uil e Confindustria un protocollo d’intesa che, se trasformato in legge, peggiorerà notevolmente le condizioni di vita e di reddito dei lavoratori e delle lavoratrici, ancor di più se precari.

Revisione dei coefficienti. L’attuale pensione pari al 70% dell’ultimo stipendio passerà al 60%. Dal 1° gennaio 2010 saranno diminuiti fra il 6 e l’8% (a seconda dell’età di pensionamento) i coefficienti di trasformazione, ovvero di altrettanto diminuirà l’importo della pensione rispetto all’ultimo stipendio percepito. Inoltre i coefficienti verranno rivisti ogni 3 anni e fissati per decreto.
Gli scalini peggio dello scalone. La trappola dello scalone di Maroni viene diluita nel tempo introducendo un sistema di “scalini” con i quali i requisiti per andare in pensione aumenteranno finché dal 2013 occorreranno 36 anni di contributi e 61 anni di età, oppure 35 di contributi e 62 anni di età. Non solo lo scalone non viene abolito ma a regime l’età pensionabile viene aumentata rispetto alla riforma Maroni.
L’imbroglio dei lavori usuranti. Per i lavoratori che svolgono mansioni usuranti è previsto uno anticipo di 3 anni per l’età pensionabile, Ma i fondi stanziati coprono solo 5000 lavoratori all’anno, e quindi verrà stilata una graduatoria per poter accedere alla pensione. Inoltre a regime anche i lavoratori “usurati” dovranno attendere i 58 anni, quindi la situazione è peggiorativa rispetto a quella attuale.
Straordinari a tutto spiano. Viene eliminata la contribuzione maggiorata che oggi è caricata sulle ore straordinarie. In questo modo gli straordinari costeranno ai padroni come le ore ordinarie, con la ovvia conseguenza che le aziende ne faranno ancora più massicciamente ricorso, invece di assumere nuovo personale.
Aumenta il lavoro precario. Alla faccia della tutela dei più giovani, la legge 30 rimane sostanzialmente immutata: i contratti co.co.pro. e lo staff leasing vengono mantenuti; i limiti imposti ai contratti a termine sono ridicoli, perché potranno essere rinnovati dopo 3 anni di occupazione nella stessa azienda: basterà farlo presso l’Ufficio del Lavoro alla presenza di un sindacalista, e non ci sarà nessun obbligo di trasformazione a tempo indeterminato. Nulla cambia per i contratti interinali, che rimangono privi di vincoli. Non è prevista alcuna significativa continuità di reddito, sganciata dalla prestazione lavorativa, per i precari nelle aziende, negli enti pubblici e nelle cooperative.
Come al solito Cgil-Cisl-Uil cercheranno di far apparire che i lavoratori sono d’accordo con il loro operato. Hanno infatti già iniziato le assemblee retribuite ed hanno indetto, per l’8-9-10 ottobre, un “referendum falsa” senza nessuna regola democratica.
Tfr: l’80% dei lavoratori non ha dato la liquidazione ai fondi. Tutti quelli che hanno cercato di convincere i lavoratori a dare il tfr ai fondi, devono prendere atto che hanno fallito. Ai fondi negoziali hanno aderito circa 400.000 lavoratori su un totale di 12,2 milioni di lavoratori. Tenendo conto anche dei vecchi iscritti ai fondi, si arriva ad un totale di 1,5 milioni, corrispondente al 12,5% di adesioni. Questo dimostra che la stragrande mag-gioranza dei lavoratori è contro il tentativo di smantellare la previdenza pubblica per introdurre quella privata.

Il dissenso contro questo accordo è ampio e coinvolge anche settori degli stessi sindacati confederali. Bisogna impedire che queste norme, diventino legge. Per questo tutto il sindacalismo di base ha già programmato iniziative di lotta ed uno sciopero nazionale per i primi di novembre.

COSì COME è AVVENUTO PER IL TFR, I LAVORATORI DEVONO
FAR VEDERE IL LORO DISSENSO ALL’ACCORDO E AL REFERENDUM

Associazione Lavoratori Cobas - CUB
scrivialcobas@fastwebnet.it

INPS: corresponsione di una somma aggiuntiva a favore dei pensionati

L’articolo 5, commi da 1 a 4, della legge 3 agosto 2007, n. 127, che ha convertito, con modificazioni, il decreto legge 2 luglio 2007, n. 81, prevede a partire dall’anno 2007 la corresponsione di una somma aggiuntiva, in presenza di determinate condizioni reddituali, a favore dei pensionati ultrasessantaquattrenni titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell’assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della medesima, gestite da enti pubblici di previdenza obbligatoria (allegato 1).

04 settembre 2007

Coordinamento nazionale a Bologna venerdì 7 settembre

Ai Componenti il Coordinamento Nazionale
E’ convocata la riunione del Coordinamento nazionale a Bologna per
venerdì 7 settembre alle ore 9,00
presso Centro Congressi Cà Vecchia a Sasso Marconi via Maranina 7/9
con il seguente odg:
1. Ripresa dell’iniziativa su previdenza pubblica, precariato lavorativo e finanziaria
2. Varie ed eventuali