31 marzo 2009

Medicina Democratica e AIEA si costituiranno parte civile al processo contro l’Eternit

A base di fibre d’ amianto e cemento l’eternit ha causato migliaia di morti che ancor oggi rimangono senza una vera giustizia.

Operai, loro familiari, cittadini, tutti con l’ unica colpa di aver lavorato nelle fabbriche dove si produceva l’eternit con fibre di amianto o vivere nelle loro vicinanze.

E’ assolutamente contraddittorio e folle che per lavorare e guadagnarsi faticosamente ed onestamente da vivere si trovi, invece, la morte.
Imbarazzanti l’ impassibilità, l’indifferenza, le inadempienze verso le vittime dell’amianto e verso i pericoli che ancor oggi incombono sulla salute delle persone causati da milioni di tonnellate di questa fibra killer che coprono il territorio del nostro Paese.

Processi per l’amianto, in Italia, se ne sono celebrati, molti trascinatisi con lentezza per anni, resi vani dalle prescrizioni. Anche questo processo, voluto con determinazione dal procuratore Raffaele Guariniello, ha rischiato di finire in fumo per l’indulto.

Perché il 2 aprile i dipendenti del Comune di Varese scioperano

Lottiamo per ottenere un adeguamento dei nostri miseri salari.

Salari in media di 1000/1200 euro mensili (come fa una famiglia ad arrivare alla fine del mese ?) … Per ottenere un piccolo aumento in busta paga di 30/50 euro MENSILI medi per lavoratore rinunciamo ad una quota di salario differito (premio produttività). Stiamo chiedendo insomma di stabilizzare una quota del salario variabile nella paga–base in modo tale da avere un beneficio costante nel tempo, che ha effetti anche sulla pensione e sulla liquidazione.

L’Amministrazione Comunale nega questa possibilità (prevista dal contratto nazionale) da circa 5 anni, una possibilità, ripetiamo, a costo zero per le casse comunali poiché si tratta semplicemente di spostare risorse da un premio annuale sempre più incerto ad un riconoscimento salariale mensile stabile.
Ed è questo che l’Amministrazione non vuole..… stabilizzare risorse vuol dire non poterle più tagliare. Cosa che invece ha intenzione di fare anche quest’anno, sulle orme delle disposizioni impartite dal Ministro Brunetta.

Questa rigidità nelle trattative in corso si aggiunge ad una situazione già difficile determinata dal blocco delle spese di personale (ferme per legge all’anno 2004) e al blocco delle progressioni verticali, che rappresentano per i lavoratori la possibilità, attraverso concorsi/selezioni, di avere il giusto inquadramento professionale rispetto alle mansioni svolte. Anche quest’anno, nel piano occupazionale che è all’esame del Consiglio Comunale, l’Amministrazione non ha previsto nulla per risolvere il problema dello svolgimento di mansioni superiori.

E’ in atto un grave tentativo di delegittimazione delle rivendicazioni sindacali.
Il ben noto Ministro non perde occasione per dividere i lavoratori privati dai lavoratori pubblici addossando a questi le responsabilità di lunghi anni di politica clientelare che ha prodotto enormi guasti nel paese e di cui oggi tutti noi siamo chiamati a pagarne le conseguenze.
E sarà facile anche per qualche nostro amministratore usare l’arma della divisione dei lavoratori per rendere impopolare questo sciopero, magari dicendo “cosa vogliono questi fannulloni in un momento in cui si sta vivendo una grave crisi che sta producendo migliaia di licenziamenti, cassa integrazione e disperazione?” (come se nelle nostre famiglie questi problemi non ci fossero !!!).
Anche i cittadini che vengono in Comune tutti i giorni per ricevere i servizi, sono vittime di questo sistema … e per noi non è facile far comprendere le condizioni e le difficoltà in cui svolgiamo il nostro lavoro.

Noi lavoratori comunali, consapevoli di erogare servizi pubblici di primaria importanza per la società (educazione ai bambini dei nidi e delle scuole materne, assistenza ad anziani e minori, rilascio documenti e certificati, redazione di progetti di opere pubbliche, vigilanza e viabilità, ecc.) cerchiamo di dare il massimo dei risultati con impegno e professionalità.
Siamo però i primi a subire una burocrazia insopportabile, voluta da Governi e Amministrazioni, che vincola e rallenta il nostro lavoro; così come siamo i primi, insieme ai cittadini, a subire il taglio dei trasferimenti di risorse dallo Stato ai Comuni che incide sempre più pesantemente sui servizi, sulla loro qualità e determina l’aumento delle tariffe.
Tutto questo, avviene nel silenzio quasi totale degli amministratori, ai quali evidentemente fa più comodo “giocare” sull’impopolarità dei dipendenti pubblici !
Le colpe e gli sprechi della classe politica non devono emergere !
Si usa una politica di rigore, ma solo con i lavoratori !

E qualche esempio potremmo farlo anche per il Comune di Varese … le indennità di carica degli amministratori che ammontano a ben 700.000 euro all’anno, ma nessuno parla di risparmio; le spese per tutti quegli eventi (mondiali di ciclismo, notti bianche, eurochocolat, ecc.) dove i contributi pubblici sono ingenti, ma i ritorni economici sono solo per pochi.

Per questo chiediamo ai cittadini di non farsi imbrogliare dalla campagna diffamatoria “brunettiana” contro i dipendenti pubblici, serve solo a coprire tutti i problemi reali e concreti di questo periodo di crisi economica che colpisce le famiglie e le classi più deboli.
Rivendichiamo giusti salari, dignità, rispetto, ma anche servizi migliori ai cittadini…. anche perché la maggior parte di loro sono lavoratori come noi !

Agli Amministratori chiediamo di scendere dal piedistallo per capire che senza i lavoratori i servizi non si erogano e il loro potere non serve a nulla. Certo non è penalizzando i lavoratori comunali che migliora la qualità della vita nelle nostre città !

GIOVEDI’ 2 APRILE 2009
SCIOPERO di due ore all’inizio di ciascun turno
CON PRESIDIO DALLE ORE 8.15 ALLE ORE 10.15
DAVANTI A PALAZZO ESTENSE

28 marzo 2009

Potenziamento ed estensione degli strumenti di tutela del reddito in caso di sospensione dal lavoro o di disoccupazione

L’aggravarsi delle condizioni economiche e occupazionali internazionali e del paese, sta determinando forti tensioni sul lato occupazionale. Per questo il D.L. n. 185 del 29 novembre 2008, convertito con modificazioni dalla Legge 28 gennaio 2009, n. 2, ha previsto un potenziamento ed un’estensione degli strumenti di tutela del reddito in caso di sospensione dal lavoro o di disoccupazione.
Le novità principali introdotte riguardano:

  • l’aumento della durata massima del trattamento di disoccupazione ordinaria con requisiti normali erogato in caso di sospensione che viene fissato in 90 giornate;
  • l’aumento della durata massima del trattamento di disoccupazione ordinaria con requisiti ridotti erogato in caso di sospensione che viene fissato in 90 giornate;
  • l’estensione, in via sperimentale, di un trattamento pari all’indennità ordinaria di disoccupazione con requisiti normali per i lavoratori assunti con qualifica di apprendista.


Tali punti sono oggetto della disciplina di questa circolare.

Vi sono inoltre altre innovazioni, che verranno successivamente trattate non appena disponibile il D.M. attuativo di cui al comma 3 dell’articolo 19 del precitato testo normativo.

Tra queste:

  • L’aumento degli stanziamenti per gli ammortizzatori in deroga;
  • L’introduzione di una forma di sostegno al reddito per i collaboratori coordinati e continuativi;
  • Il potenziamento del legame tra politiche attive e ammortizzatori sociali, mediante una diversa e più cogente disciplina della disponibilità al lavoro e alla formazione da parte dei percettori dei trattamenti.

Co.co.pro., l'indennità passa al 20% del reddito

Il consiglio dei ministri ha approvato un emendamento contenente una serie di disposizioni per i lavoratori sospesi e licenziati, che il governo presenterà in sede di conversione del dl n. 5/2009 (il salva-auto).
Tra le novità, raddoppia l'indennità ai co.co.pro. che passa al 20% del reddito percepito dal collaboratore l'anno precedente; si accelerano i tempi di concessione ed erogazione degli ammortizzatori sociali (da 120-140 giorni a 20-30 giorni); viene esteso il lavoro accessorio (i voucher) a tutti i lavoratori licenziati o sospesi; ed è introdotto infine l'obbligo per gli uffici di collocamento (centri impiego e agenzie per il lavoro) di divulgare a cadenza almeno settimanale le nuove opportunità di lavoro.

E´ legittimo il licenziamento dovuto a condanna per concussione

Con sentenza n. 5581 del 6 marzo 2009, la Cassazione ha affermato che è legittimo il licenziamento in tronco di un dipendente comunale condannato in sede penale per concussione.
La Suprema Corte ha, inoltre, concluso che "in tema di impiego pubblico la condanna penale comporta di per sé il venir meno della fiducia, che presiede al rapporto di lavoro e tanto è sufficiente per confermare la legittimità del recesso".
Corte di Cassazione Sezione LavoroSentenza del 6 marzo 2009, n. 5581

Licenziamento illegittimo - Riduzione di personale

Reputa, al riguardo, non sufficiente l'indicazione del numero di eccedenze suddivise per regione geografica in relazione alle quattro aree di inquadramento dei dipendenti, ciascuna comprendente diversi profili e professionalità eterogenee, senza alcuna precisazione dei settori nei quali era necessario ridurre il personale; né, ai fini della sufficienza della comunicazione, rilevava il criterio di scelta esclusivamente di ordine soggettivo concordato con i sindacati (possesso dei requisiti per la pensione di anzianità), la cui applicazione presupponeva l'individuazione oggettiva della platea degli interessati alla riorganizzazione aziendale, individuazione necessariamente derivante dal nesso di causalità con le esigenze tecnico produttive che determinavano la riduzione di personale. Per di più la carenza degli elementi di cui all’iniziale comunicazione non consentiva alle organizzazioni sindacali un effettivo controllo sull'iter procedurale riguardante la riduzione del personale.
CORTE DI CASSAZIONE - 19 GENNAIO 2009, N. 1181

Licenziamento illegittimo e superamento del periodo di comporto

Qualora l'atto di intimazione del licenziamento non precisi le assenze in base alle quali sia ritenuto superato il periodo di conservazione del posto di lavoro, il lavoratore ha la facoltà di chiedere al datore di lavoro di specificare tale aspetto fattuale delle ragioni del licenziamento; in caso di non ottemperanza con le modalità di legge a tale richiesta, delle assenze non contestate non può tenersi conto ai fini della verifica del superamento del periodo di comporto, di conseguenza, il licenziamento è illegittimo.
Corte d'Appello Roma, sez. lavoro, sentenza 05.09.2008

23 marzo 2009

AGUSTA PROTEGGE IL CAPO “LICENZIA-PRECARI”

Fa licenziare il terzo operaio Palmar in due mesi
Ti ricordiamo che i lavori più pesanti, più umili e più pericolosi vengono svolti da aziende esterne; Le pulizie, il facchinaggio, la verniciatura , i compositi, i tubi, le lamiere ecc. gli operai di queste aziende lavorano consapevoli di quello che rischiano perché non hanno il posto di lavoro garantito, hanno paura persino di rivendicare i diritti minimi, come quello della salute, per non perdere il lavoro.. Grazie al loro sacrificio Agusta può vantare di avere ridotto al minimo gli infortuni sul lavoro, ma se gli chiedi di intervenire per tutelare gli operai esterni, allarga le braccia e ti risponde “non possiamo intervenire perchè non sono nostri dipendenti”. E tu hai il coraggio di farli licenziare? E si che sei stato anche tu un operaio, sai cosa vuol dire rompersi la schiena per nove ore al giorno per portare a casa 800 euro al mese. Se sei prossimo alla pensione perché devi accanirti in questo modo con i lavoratori? Che cosa devi dimostrare ancora?
Vai in pensione tranquillo e finiscila di comportarti così.


I lavoratori Palmar sono dipendenti Palmar e, pertanto, devono essere i responsabili Palmar a dare loro le disposizioni lavorative. Se il “capo-cantiere” non è in grado di far fronte alle esigenze organizzative, allora Palmar deve aumentare il numero dei responsabili. In caso contrario, i preposti Agusta si sentono autorizzati a comandare direttamente gli operai Palmar.

Circa un anno fa, i delegati Palmar, hanno inviato un comunicato sia a Palmar che ad Agusta chiedendo di modificare i rapporti tra responsabili Agusta e operai Palmar. Qualche mese dopo la situazione ha richiesto un incontro chiarificatore con le due aziende, le quali si rendono disponibili per risolvere il problema ma non intervengono. Dopo l’ennesima segnalazione da parte delle RSU, solo in alcuni reparti il problema viene risolto ma non al “bertello”, dove il responsabile Agusta inoltra numerosi reclami alla direzione Palmar che manda a casa gli operai uno dopo l’altro.

- Il primo operaio è stato licenziato al rientro di un infortunio sul lavoro, infortunio causato dall’olio utilizzato per proteggere i pezzi metallici dall’ossidazione. I guanti che avevano dato all’operaio si sono impregnati di olio causando una forte irritazione della pelle. Al rientro dall’infortunio gli è stato comunicato che non era idoneo alla mansione e per questo motivo non gli veniva rinnovato il contratto
- Il secondo operaio veniva ripetutamente rimproverato perché era troppo lento e, passando dalle parole ai fatti, Agusta invitava la direzione Palmar a non rinnovare il contratto al lavoratore. Palmar esegue alla lettera.
- Il terzo lavoratore saluta i colleghi venerdì 13 marzo: il suo destino era segnato da quando, qualche giorno prima, aveva avuto una discussione con l’ormai famoso CAPO Agusta.


Tutte le giustificazioni basate su picchi di lavoro, su crisi aziendali, su riduzione del personale precario sono campate per aria dato che i tre operai sono stati immediatamente rimpiazzati con altrettanti lavoratori precari. Palmar è colpevole di aver lasciato il cantiere in mano ad un solo “capo-cantiere” che non ce la fa ad assolvere al suo compito e lascia i lavoratori in balia di questi capetti; Agusta, dal canto suo, si circonda di questi nostalgici degli anni 40 che si accaniscono contro gli esterni solo perché devono subire in silenzio.

24 MARZO 2009 - PRESIDIO ALLA SEDE REGIONALE LOMBARDIA

Il Titanic dell'economia affonda ogni giorno, i governi varano manovre di salvataggio per mettere al sicuro le banche e i finanzieri che con le loro manovre speculative sono all'origine della crisi.Questo mentre i ceti popolari, pensionati e lavoratori fanno sempre più fatica a sopravvivere in modo dignitoso ed a resistere alla disoccupazione, ai bassi salari, alla precarietà dilagante, alla insicurezza del lavoro che causa sempre più morti.In Lombardia nel primo bimestre 2009 il ricorso alla cassa integrazione è aumentato del 243% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (17,584 milioni di ore contro 5,134 milioni di ore) e migliaia di lavoratori a tempo determinato e parasubordinati hanno perso il loro precario lavoro. Di fronte alla vastità di lavoratori coinvolti è criminale lasciare che ognuno affronti da se la crisi; è necessario invece che si adottino anche a livello regionale misure anticrisi a favore di cassintegrati, precari e pensionati.
PRESIDIO ALLA SEDE REGIONALE LOMBARDIA
Via F. Filzi
Martedì 24 MARZO 2009
ore 10,00

22 marzo 2009

diritto al congedo (art. 42, cm 5 DLgs. 151/2001) al figlio convivente con la persona in situazione di disabilità grave.

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 19 del 26 gennaio 2009, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 42, comma 5, del D.L.gs 26 marzo 2001, n. 151 (Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità) nella parte in cui non include, nel novero dei soggetti legittimati a fruire del congedo ivi previsto, il figlio convivente, in assenza di altri soggetti idonei a prendersi cura della persona in situazione di disabilità grave.

Secondo il dispositivo della sentenza, pertanto, il congedo di cui trattasi può essere riconosciuto al figlio convivente del portatore di handicap grave, qualora non vi siano altri soggetti idonei a prendersene cura.

Ai fini dell’erogazione dell’indennità connessa alla fruizione del congedo di cui trattasi, si forniscono le indicazioni che seguono.

21 marzo 2009


Strumenti di protezione per i lavoratori sospesi o licenziati

Accelerazione nel pagamento degli assegni, raddoppio dell'indennià per i co.co.pro che restano senza lavoro, voucher per pagare piccoli lavori occasionali sempre nel periodo in cui il lavoratore resta senza occupazione fissa. Queste sono alcune tra le misure in materia di ammortizzatori sociali presentate dal ministro Sacconi nella conferenza stampa a margine del Consiglio dei ministri del 13 marzo scorso.
A seguito dell’Accordo Stato- Regioni, il pacchetto di norme deliberato dal Consiglio sarà sottoposto, come insieme di emendamenti, all'approvazione del Parlamento in sede di conversione del decreto-legge n.5 del 2009 in materia di sostegno ai settori industriali in crisi. Cosa prevedono queste nuove norme?

Lsg SkyChefs Malpensa: Nuova protesta dei lavoratori licenziati dalla cooperativa ServiGest

La motivazione del licenziamento è stata spiegata con il passaggio dalla cooperativa “Archimede Logistica e packaging” alla ServiGest: non una novità dato che prima a gestire una parte del servizio c’era la Cis, poi la Archimede e infine la ServiGest, tutte cooperative riconducibili alla stessa proprietà, che ogni due/tre anni cambia nome e ragione sociale e lascia a casa parte dei dipendenti non ottemperando al pagamento di contributi e Tfr. Un problema vecchio e mai risolto a Malpensa, quello del ricorso all’affidamento in appalto a cooperative di servizi che si muovono in maniera più che disinvolta tra le pieghe delle normative che regolano i rapporti di lavoro.

18 marzo 2009

VENERDÌ 20 MARZO PRESIDIO davanti agli uffici della LSG Sky Chefs al TERMINAL 2 di MALPENSA

Le norme peggiorative delle condizioni di vita e di lavoro per gli immigrati non sono altro che le future condizioni di vita e di lavoro che saranno applicate in modo generalizzato a tutta la classe lavoratrice sull’onda della crisi economica attuale.
Per questo la nostra lotta di oggi riguarda tutti i lavoratori.
Le nostre rivendicazioni sia nei confronti della LSG Sky Chefs che nei confronti della cooperativa Servi Gest appaltante del servizio sono:
• che tutti noi licenziati dobbiamo essere reintegrati sul posto di lavoro
• che ci devono essere pagate le mensilità arretrate e il TFR
• che deve essere riconosciuto il nostro diritto a organizzarci. Chiediamo a tutti di sostenere la nostra lotta partecipando
VENERDÌ 20 MARZO 2009
dalle 10 alle 18
PRESIDIO davanti agli uffici della
LSG Sky Chefs
TERMINAL 2 di MALPENSA
LE 23 LAVORATRICI E LAVORATORI LICENZIATI A MALPENSA

17 marzo 2009

RdB cub e Sdl Int. Alto Milanese dichiarano lo stato di agitazione del personale dell'ospedale di Legnano

RdB cub e il Sindacato dei lavoratori Sdl Alto Milanese dichiarano lo stato di agitazione del personale dell'ospedale di Legnano per l’attivazione delle procedure di raffreddamento e conciliazione, riservandosi la proclamazione dello sciopero, affinché l’Amministrazione, attraverso gli uffici preposti, saldi in tempi brevi le quote relative alle Risorse Aggiuntive Regionali 2008, come previsto dalla legge. In particolare i sindacati denunciano che, nelle competenze del mese di giugno 2008, ai dipendenti è stata erogata una quota d’acconto pari a circa il 50% di quanto stabilito “nell’intesa su risorse aggiuntive regionali 2008 per il personale del comparto sanità pubblica” datata 04.12.2007 a seguito di una successiva intesa regionale datata 28.05.2008 e di faticose, quanto estenuanti trattative tra l’Azienda e le parti sindacali (RSU e O.O.S.S. firmatarie di contratto).

16 marzo 2009

Fine settimana insanguinato dagli incidenti sul lavoro. Hanno perso la vita un camionista, due agricoltori e un addetto alla pulizia dei vetri
Il conducente di un autocarro è morto per il ribaltamento del mezzo che stava guidando, sulla statal [...]

Condannati 5 ex dirigenti tecnici e sanitari delle Ferrovie dello Stato per la morte di 17 lavoratori vittime dell’amianto
Il Giudice monocratico del Tribunale di Bologna Arnaldo Rubichi ha giudicato responsabili di omicidi [...]
La quarta Sezione penale della Suprema Corte ha confermato la condanna per incendio colposo pronunci [...]

14 marzo 2009


NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO !! SABATO 28 MARZO I LAVORATORI DELLA SANITA’ CI SARANNO

I LAVORATORI DELLA SANITA’ E…
IL 28 MARZO

Il 28 marzo 2009 è indetta una manifestazione nazionale a Roma contro la politica governativa con una piattaforma rivendicativa che chiede diritti, salario, lavoro, dignità sociale, costruisce un primo momento di opposizione sociale.

La condizione lavorativa e di vita dei lavoratori della sanità è da troppo tempo ai limiti della sopportazione umana e a fronte di continui sacrifici personali, contrappone carichi di lavoro insopportabili, salari che vanno verso una riduzione non solo del potere di acquisto, dignità professionale e autonomia calpestate, servitù per profili come gli oss, schiavitù per gli infermieri, insicurezza per gli amministrativi, erosione del ruolo dei tecnici sanitari.

MA NON BASTA

Il governo si appresta a licenziare i precari aumentando la crisi di personale, ad allungare l’età pensionabile riducendo la pensione, modificare il contratto che non garantisce più salario e trattamento unico, consentendo il totale arbitrio delle aziende sanitarie nella gestione e la retribuzione dei lavoratori, frantumazione della categoria con contratti decentrati regionali e aziendali senza risorse e volti solo a aumentare la già totale flessibilità dei lavoratori

USCIAMO DAL GHETTO DEI PRESIDI SANITARI
E UNIAMOCI AGLI ALTRI LAVORATORI

CONTRO CHI VUOLE DISTRUGGERE I NOSTRI DIRITTTI, IL NOSTRO SALARIO, LA NOSTRA DIGNITA’, LA NOSTRA PENSIONE, LA NOSTRA SALUTE, IL NOSTRO FUTURO.
PER REGALARE SOLDI A BANCHE, INDUSTRIALI, AFFARISTI E FINANZIERI TRASFORMANDO LA NOSTRA VITA IN UN INVESTIMENTO A COSTO ZERO PER LORO.

CONTRO LA POLITICA GOVERNATIVA CHE FA DEI LAVORATORI PUBBLICI IL PROPRIO BANCOMAT, PER GRIDARE UNITI AL GOVERNO E AGLI AFFARISTI DI RIFERIMENTO CHE NOI ………………


NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO !!!

SABATO 28 MARZO
I LAVORATORI DELLA SANITA’
CI SARANNO

Perdita dello stato di disoccupazione

In particolare l’interpellante chiede di sapere se le dimissioni volontarie presentate da un
lavoratore dipendente, che svolga attività di lavoro a tempo pieno ed indeterminato, causino la
perdita dello stato di disoccupazione in quanto assimilate al rifiuto di una “congrua offerta di
lavoro” ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs. n. 181/2000, come sostituito dall’art. 5 del D.Lgs. n.
297/2002. Nello specifico, tuttavia, le dimissioni sarebbero rese in quanto l’attività lavorativa in
questione non consentirebbe di percepire un “reddito annuale superiore al reddito minimo
personale escluso da imposizione”.
Tale fattispecie, infatti, in quanto relativa ad un soggetto che già lavora, potrebbe dunque
rientrare nella lett. a) dell’art. 4 ma nel caso specifico non si avrebbe alcuna perdita dello stato di
disoccupazione in considerazione della limitatezza del reddito, a prescindere da una eventuale
atto di dimissioni da parte del soggetto interessato.

Pagamento del TFS o TFR a seguito decesso titolare – Obbligo presentazione della successione

Il trattamento di fine rapporto o di fine servizio è costituito da accantonamenti annuali di quote della retribuzione percepita dal lavoratore dipendente in costanza del rapporto lavorativo.
Al termine del rapporto di lavoro, qualunque sia la causa di cessazione dello stesso, l’ente previdenziale presso il quale il lavoratore risulta iscritto provvede alla erogazione delle relative somme.
Ai sensi dell’articolo 5, comma 1, D.P.R. 29 dicembre 1973, n. 1032 e dell’articolo 2122 del codice civile -in deroga ai principi generali della successione mortis causa- nel caso di morte del dipendente in attività di servizio, il trattamento di fine rapporto o di fine servizio compete ai soggetti espressamente indicati nelle suddette norme, rispetto ai quali tali indennità, pur avendo natura di retribuzione differita, assolvono ad una funzione previdenziale.
Tali soggetti acquistano le indennità iure proprio, in forza di un diritto loro attribuito dalla legge.

Part-time verticale, non serve specificare le fasce orarie

In effetti, come spiegato nell’interpello dal ministero, la legge vigente prevede che un contratto di part-time, anche se di tipo verticale, dovrebbe sempre contenere la puntuale indicazione delle fasce di orario entro le quali si svolge la prestazione di lavoro; tuttavia, un’interpretazione sistematica della legge fa si che l’obbligatorietà dell’indicazione delle fasce orarie di lavoro in ogni singolo giorno decada. Il motivo, secondo il ministero sta nella natura stessa del contratto part-time, così come concepito dal legislatore. Infatti, questo genere di contratto ha lo scopo di conciliare l’interesse del datore di lavoro, che vuole fruire di una prestazione lavorativa di durata limitata, e del lavoratore, che invece vuole offrire una prestazione ridotta, per esigenze familiari o di altro genere.
Per questo, l’indicazione di legge circa la precisa specificazione della collocazione temporale del part-time “deve intendersi finalizzata esclusivamente a garantire una individuazione preventiva, da parte del lavoratore, del tempo libero”; ma se, come nel contratto di part-time verticale, questa prestazione in termini di durata è parificata al tempo pieno, allora non c’è “alcun obbligo di legge di predeterminare la precisa collocazione del tempo di lavoro”. L’interpello è stato pubblicato sul sito web del Ministero del Lavoro il 20 febbraio scorso.

Arrivano i fondi per la riqualificazione professionale ed il reinserimento occupazionale dei collaboratori a progetto.

E' quanto prevede il D.M. 3 dicembre 2008 con il quale il Ministero del lavoro ha individuato i criteri di riparto ed assegnazione a regioni e province autonome delle risorse previste dall'art. 1, comma 1156, lettera d) della Legge 27 dicembre 2006, n. 296.
In particolare il provvedimento dispone la ripartizione di 15 milioni di euro per ciascun anno (2007 e 2008) così suddivisi:
  • 50% proporzionalmente al numero dei collaboratori a progetto iscritti alla gestione separata INPS in ogni regione o provincia autonoma nel corso dell'anno 2007;
  • 25% proporzionalmente alla media annua nel triennio 2005, 2006, 2007, per ogni regione e provincia autonoma del monte ore dei trattamenti di Cassa integrazione guadagni erogati;
  • 25% proporzionalmente alla media annua nel triennio 2005, 2006, 2007, del numero dei lavoratori iscritti alle liste di mobilita' per ogni regione e provincia autonoma.

Allarme malattie professionali

Provocano tra i 250 e i 300 decessi l'anno, ma il bilancio è destinato a salire drammaticamente nei prossimi decenni. Secondo le previsioni di medio/lungo periodo le vittime del lavoro potrebbero essere anche mille in più.
Fanno meno notizia degli infortuni sul lavoro, ma possono produrre effetti altrettanto gravi, e a volte perfino fatali. Sono le malattie professionali, una minaccia nascosta ma non per questo meno concreta per il lavoratore, che a volte presentano il conto anche a distanza di molti anni. Delle patologie contratte sul lavoro abbiamo parlato con Franco D'Amico, coordinatore generale della Consulenza statistico attuariale dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, che da anni analizza il fenomeno delle malattie professionali nel panorama italiano.

Garante Privacy: dati biometrici vietati per la rilevazione dell'orario di lavoro

A testimonianza dell'importanza e del sempre più frequente utilizzo delle tecnologie biometriche nella vita delle aziende, il Garante è stato ancora una volta chiamato a pronunciarsi sulla liceità del trattamento effettuato da una società che ha installato un sistema di rilevazione di dati biometrici dei dipendenti basato sull'impiego delle loro impronte digitali, "finalizzato esclusivamente alla rilevazione delle presenze del personale sul luogo di lavoro al fine di commisurare la retribuzione ordinaria e straordinaria da corrispondere".
Facendo riferimento alle proprie "Linee guida in materia di trattamento di dati personali di lavoratori per finalità di gestione del rapporto di lavoro alle dipendenze di datori di lavoro privati", il Garante ha vietato alla società di proseguire il trattamento, rilevando che - nel caso di specie non risultano "comprovate esigenze idonee a giustificare il ricorso, nel caso di specie, all'utilizzo di dati biometrici nel contesto lavorativo aziendale in relazione all'accesso ad "aree sensibili", avuto riguardo alla natura delle attività ivi svolte (cfr. punto 4 delle citate "Linee guida").

HALSTROM: La lotta comincia a far vedere i primi risultati

Questa mattina, presso la sede Ahlstrom di Gallarate si e’ tenuto l’incontro tra azienda e l’a.l.cobas provinciale con le rsu di Gallarate e Cressa.

L’incontro si e’ tenuto su richiesta dall’azienda, dopo la decisione dei giorni scorsi di ritirare la procedura di mobilita’ per 61 lavoratori avanzata il 7 gennaio scorso.

L’AZIENDA HA COMUNICATO CHE INTENDE ARRIVARE AD UN ACCORDO CON TUTTE LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI, CI HA INFORMATO CHE INTENDE:

MODIFICARE IL PIANO INDUSTRIALE PRESENTATO ALL’ATTO DELLA RICHIESTA DI MOBILITA’. AHLSTROM, PER L’ECCESSIVO COSTO ECONOMICO, NON INTENDE PIU’ SPOSTARE I MACCHINARI DI GALLARATE A MOZZATE, RICONFERMANDO PERO’ LA CHIUSURA DEL SITO PRODUTTIVO DI GALLARATE.
RICHIEDERE AL MINISTERO L’UTILIZZO DI CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA PER 12 MESI.
NEI 12 MESI DI CASSA, APRIRE LA PROCEDURA DI MOBILITA’ PER 59 LAVORATORI, CON LA DISPONIBILITA’ ALLA COLLOCAZIONE DEI VOLONTARI. SE ALLA FINE DEI 12 MESI DI CASSA, NON SI RAGGIUNGE IL NUMERO DI 59 LAVORATORI VOLONTARI, PROCEDERE AL LICENZIAMNETO DEI RIMANENTI CON I CRITERI DI LEGGE.
LA MOBILITA’ DEI LAVORATORI DI GALLARATE NEGLI STABILIMENTI DEL GRUPPO.
L’UTILIZZO PER LA PROSSIMA SETTIMANA DELLA CIG ORDINARIA, IN ATTESA DELL’AUTORIZZAZIONE ALLA CIG STRAORDINARIA.

La delegazione sindacale, ha preso atto positivamente della decisione aziendale di annullare la procedura di mobilita’ e contemporaneamente di aprire una trattativa sulla situazione aziendale, sollevando pero’ alcune contrarieta’.

· Rimane inaccettabile ed anche industrialmente miope, la decisione di Ahlstrom di chiudere lo stabilimento di Gallarate.
· Come e’ impraticabile, da parte nostra un accordo che comunque porti dopo 12 mesi di cassa straordinaria, al licenziamento di lavoratori posti in mobilita’ oltre al volontariato.
· Non condividiamo inoltre, la decisione aziendale di continuare, su richiesta dell’unione industriale di Torino, con due tavoli di trattativa, uno con noi ed un altro con i sindacati confederali.

Nel comunicare all’azienda la nostra immediata disponibilita’, dopo aver consultato i lavoratori, alla ricerca di un accordo, mantenendo pero’ i presidi negli stabilimenti di Gallarate e Cressa.


ALCOBAS-CUB E RSU

10 marzo 2009

AGUSTA LICENZIA I LAVORATORI PALMAR

Non confermati due contratti a termine

Ennesima dimostrazione di forza da parte dei dirigenti Agusta che se la prendono con gli esterni della Palmar.
Sono diversi mesi che i lavoratori della Palmar informano i delegati dei modi poco civili che hanno i capetti Agusta nei loro confronti. La RSU Palmar è già intervenuta diverse volte chiedendo sia a Palmar che ad Agusta di modificare gli atteggiamenti arroganti e maleducati dei vari responsabili ma i comportamenti continuano a perdurare. Per questi motivi hanno perso lo stipendio due lavoratori Palmar assunti a tempo determinato a cui non è stato confermato il contratto proprio grazie ai reclami ingiustificati dei preposti Agusta. Le motivazioni delle Aziende sono del tutto fuori luogo: Palmar dichiara che hanno degli esuberi e che grazie ad un accordo con CGIL CISL e UIL, non confermano i contratti a termine, mentre Agusta scarica la responsabilità della decisione alla Palmar, lavandosene le mani. Il vero motivo è che ci sono alcuni responsabili poco propensi al dialogo e irascibili che sono pecore con i superiori ma con gli esterni diventano dei leoni. Ci sarà un motivo per cui quando si nominano certi preposti alla dirigenza aziendali le risposte sono “ancora lui” oppure “non sappiamo più cosa fare” ecc.? la situazione è diventata insostenibile, non è possibile schiavizzare i lavoratori esterni con l’arma di ricatto del licenziamento. Ora i lavoratori pretendono il rispetto loro dovuto. Ora basta.

Per solidarietà ai lavoratori licenziati
Per solidarietà a tutti i lavoratori spinti a licenziarsi
Contro l’arroganza dei responsabili Agusta


E’ INDETTO UNO SCIOPERO

Lavoratori PALMAR

PER GIOVEDI’ 12 MARZO 2009

DALLE ORE 9,00 ALLE ORE 10,00

CON ASSEMBLEA IN MAGAZZINO RICEZIONE/SPEDIZIONE


ULTIMA ORA PER IL SECONDO ED IL TERZO TURNO

Agusta C.Costa 9 marzo 2009

Prestazioni economiche di malattia, di maternità e di tubercolosi

Ai fini della liquidazione delle indennità di malattia, di maternità e di tubercolosi, la cui misura deve essere calcolata con riferimento a periodi di paga compresi nell’anno 2009, si portano a conoscenza gli importi giornalieri sulla cui base vanno determinate, per le seguenti categorie di lavoratori interessati, le prestazioni economiche di cui trattasi.
Si ricorda che, relativamente all’indennità di tubercolosi, i criteri indicati valgono soltanto per i primi 180 giorni di assistenza per i soggetti che hanno diritto all’indennità di malattia; per le restanti categorie aventi diritto all’indennità di tubercolosi, ma non a quella di malattia, si rammenta che le prestazioni vanno erogate commisurandole alla misura fissa.

Potenziamento ed estensione degli strumenti di tutela del reddito in caso di sospensione dal lavoro o di disoccupazione

Articolo 19, comma 1, decreto legge n. 185 del 29 novembre 2008, convertito con modificazioni dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2. Potenziamento ed estensione degli strumenti di tutela del reddito in caso di sospensione dal lavoro o di disoccupazione. Modifiche al trattamento di disoccupazione ordinaria con requisiti normali e ridotti ai lavoratori sospesi per crisi aziendali o occupazionali e introduzione di un trattamento pari all’indennità ordinaria di disoccupazione con reqisiti normali ai lavoratori sospesi o licenziati assunti con la qualifica di apprendista. Istruzioni contabili. Variazione al piano dei conti.
L’aggravarsi delle condizioni economiche e occupazionali internazionali e del paese, sta determinando forti tensioni sul lato occupazionale. Per questo il D.L. n. 185 del 29 novembre 2008, convertito con modificazioni dalla Legge 28 gennaio 2009, n. 2, ha previsto un potenziamento ed un’estensione degli strumenti di tutela del reddito in caso di sospensione dal lavoro o di disoccupazione.

08 marzo 2009


La violenza sulle donne non ha passaporto

Le principali forze politiche continuano a rappresentare la violenza contro le donne come opera di stranieri e sconosciuti utilizzando in modo strumentale episodi di violenza in cui sia implicato effettivamente uno straniero per giustificare campagne mediatiche a sfondo xenofobo e l’adozione di misure securitarie il cui risultato è solo quello di alimentare la paura e il sospetto. In qualche modo anche questa strumentalizzazione politica è un ulteriore violenza nei confronti delle donne.
Per sradicare la violenza degli uomini è necessario quindi rompere con la cultura diffusa che la produce, impegnandosi per un cambiamento culturale e sociale nei modelli maschili dominanti. In particolare, occorre promuovere una riflessione soprattutto all’interno dell’universo maschile non solo sul tema specifico della violenza contro le donne, ma anche su ciò che questa violenza dice della sessualità maschile e delle relazioni tra uomini e donne.
Tutto ciò nella consapevolezza che la violenza sulle donne chiama in causa tutti gli uomini che continuano a muoversi dentro categorie del maschile generalmente condivise, cioè dentro un ordine simbolico che seppure profondamente in crisi è ancora quello patriarcale.

Sciopero delle Donne

Le donne in Italia hanno i salari più bassi, le retribuzioni dono in media inferiori del 20% di quelle degli uomini a parità di mansioni. La povertà oggi in Italia è soprattutto donna: di chi è in pensione, in maggioranza donne sole, e delle famiglie monogenitoriali condotte da una donna..Sono le donne quelle con i tempi contingentati dall’altro lavoro, quello che ancora oggi non ha valore espresso in Euro, che non rientra nel calcolo della produttività delle imprese, il lavoro di cura dei figli, dei padri, dei mariti, dei lavoratori di oggi, ieri e domani. Quel lavoro che aumenta di più ogni anno, in concomitanza con la finanziaria di turno e i tagli allo Stato Sociale.
L’obiettivo delle riforme del lavoro, della sanità, della scuola e dell’università è di renderci sempre più precarie: mogli e madri “rispettabili” rinchiuse nelle case, economicamente dipendenti da un uomo, che lavorano gratuitamente per badare ad anziani e bambini.Il 24 gennaio scorso si è tenuta a Roma la terza assemblea nazionale del Tavolo 4 «Lavoro/precarietà/reddito»della rete femminista e lesbica delle Sommosse, lì si è deciso di lanciare l’idea di uno sciopero al femminile, costruito in modo autonomo dalle donne lavoratrici, operaie, precarie, disoccupate, giovani, migranti.
Una rottura inattesa contro i padroni, il governo, il Vaticano, ma anche nei confronti dei sindacati istituzionali e del privilegio maschile sul lavoro. Oggi le donne sono le prime a pagare la crisi.
NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

07 marzo 2009

Il gigante e le formiche

Cosa accade ai pulitori nell’appalto delle pulizie della multinazionale ACTAVIS Italy spa?

Il gigante ACTAVIS Italy spa, una parte della multinazionale farmaceutica ACTAVIS con sedi in tutto il mondo, ha rinnovato la gara d’appalto delle pulizie interne al proprio stabilimento di Nerviano, con una modifica che obbliga la presenza dei pulitori soltanto dalle ore 06.00 alle ore 08.00 e dalle ore 18.00 alle ore 22.00.

Questa modifica di orario grava sui dipendenti addetti all’appalto condizionando i loro orari di lavoro in modo inaccettabile, 9 persone (7 donne e 2 uomini) si sono ritrovate ad essere obbligate ad accettare, dall’azienda che è subentrata nell’appalto, la Vivaldi & Cardino spa, orari di lavoro che stravolgono totalmente gli orari applicati da sempre sull’appalto, spezzando e/o spostando orari di lavoro part-time ed a tempo pieno, condizionando le lavoratrici ed i lavoratori ad essere impegnati 16 ore al giorno per completare il monte ore giornaliero, con in più l’inserimento del sabato lavorativo.

Il sindacato FLAICA Uniti-CUB, in fase di incontro congiunto con appaltante e committente (concesso soltanto in data 3 febbraio già a subentro in corso), ha provato ha discutere e richiedere le motivazioni oggettive e dettagliate delle radicali modifiche di orario, spiegando alle aziende che gli orari proposti alle/ai dipendenti non potevano essere accettati perché, specie nei casi dei part-time (6 su 9), ma anche nei casi di tempo pieno, peggiorano drasticamente la gestione dei tempi di vita e di lavoro, trovando una totale chiusura di ogni trattativa, senza motivazioni specifiche ma per generali motivi “di carattere organizzazione e produttivo”.

Nonostante la proroga un mese, per favorire eventuali trattative e/o possibilità delle lavoratrici e lavoratori a trovare il modo di incastrare le esigenze (mai specificate) della committente con le proprie, purtroppo alla scadenza del mese le/i dipendenti si sono ritrovati ad essere minacciati di sanzioni fino al licenziamento se non avessero accettato la proposta delle aziende.

Ormai dal 2 marzo, le/i dipendenti si presentano ai cancelli dell’Actavis di Nerviano nelle loro fasce orarie di lavoro originarie, subendo il divieto di ingresso presso il proprio posto di lavoro, o l’allontanamento anticipato all’orario d’uscita previsto per il proprio turno, ed al posto loro entrano altri operai esterni all’appalto.

Tutti i giorni
i dipendenti offrono la propria prestazione lavorativa, chiedendo una trattativa seria che possa conciliare le proprie esigenze con quelle aziendali, senza avere alcuna risposta se non minacce disciplinari.

Il diritto al lavoro e sancito dall’articolo 1 della nostra costituzione, ma in questo momento storico, di fronte ad una crisi mondiale, il precariato avanza e le poche persone che possono “gongolare” per il così detto posto fisso sono ormai una nicchia e anche queste, stando a quello che studiosi di finanza dicono, potrebbero essere i futuri precari se non addirittura i prossimi disoccupati.

Tutto ciò rende ancora più inaudito che un gigante con fama e prestigio al livello internazionale, decida di fare la guerra a noi, 9 piccole formiche, spostando orari di lavoro, rendendoli assurdi in modo che persone che svolgono dalle 3 ore alle 8 ore al giorno siano impegnate in tutta la giornata.

Tutto questo aumenta la nostra indignazione, anche perché le 9 formiche vorrebbero spiegare al gigante che lavorano per vivere e non vivono per lavorare, cosi come abbiamo diritto al lavoro abbiamo diritto alla famiglia, in oltre la maggior parte di queste formiche sono donne che non finiscono il loro lavoro tornando a casa.

Teniamo a precisare che puliamo gli spazi, oggi occupati da Actavis, da decenni agli stessi orari, sottolineando che una formica tra noi presta questo servizio nella da 30 anni, il motivo della nostra indignazione e che a tutt‘oggi nessuno ci ha spiegato come mai siamo diventati motivo di fastidio, inoltre in questa azienda si lavora a ciclo continuo, e quindi non riusciamo a capire come in orari diversi, da quelli finora svolti, si possa dare meno fastidio, vi ringraziamo per la vostra attenzione.

Le 9 formiche


Chiediamo la solidarietà di tutti i dipendenti
ed i sindacati interni alla ACTAVIS
nel sostenere la lotta intrapresa contro l’arroganza
di chi intende lavoratori e lavoratrici come fastidio
ai propri interessi di profitto.

Venerdì 06 marzo 2009
dalle ore 09.00 presidio con conferenza stampa
davanti ai cancelli ACTAVIS Italy spa
in via Pasteur 10 Nerviano

Donne e infortuni sul lavoro: la minaccia è la strada

Nel 2007 un incidente su 4 ha riguardato le donne, protagoniste invece di quasi la metà di quelli in itinere. 53 hanno perso la vita. Parla Franco D'Amico, coordinatore generale della Consulenza statistico attuariale dell'Inail.
Subiscono meno infortuni dei loro colleghi uomini e, nella maggior parte dei casi, lavorano in settori più sicuri. Nel 2007 solo un incidente su 4 (27,5%) avvenuto durante l'attività lavorativa ha riguardato una donna, anche se l'occupazione femminile in Italia corrisponde a quasi il 40% del totale. Eppure anche per le donne il lavoro non è una passeggiata: il pericolo maggiore è la strada, ed è proprio sul percorso casa lavoro e viceversa che si consumano gli infortuni.

una donna su tre lavora per passione

Una donna su tre lavora per passione. Per il 29,7% delle italiane, il lavoro infatti rappresenta una fonte di realizzazione e il 27,8% del campione vive il proprio impiego come un piacere. Il 50% delle donne lavora per garantirsi l'indipendenza economica e il 32,4% per necessità. E' quanto emerge da un'indagine dell'Osservatorio Cera di Cupra sulle pari opportunità realizzata, in occasione dell'8 marzo, su un campione di oltre mille donne tra i 18 e i 65 anni. Il 54,9% del campione poi è convinto che una donna che occupa un ruolo di prestigio lo ricopre grazie a capacità, determinazione e qualche rinuncia, in particolare nella sfera affettiva e familiare.

Il committente dei lavori è garante della sicurezza dei dipendenti delle imprese esecutrici

La Cassazione afferma che il committente dei lavori è garante della sicurezza dei dipendenti delle imprese esecutrici in un cantiere edile.
La sentenza della quarta Sezione penale della Suprema Corte ha stabilito che il proprietario di uno stabile risponde di omicidio colposo, in caso di lavori affidati in appalto, per la morte di un dipendente di un’azienda esecutrice, qualora abbia omesso di designare il coordinatore per la progettazione e l’esecuzione in un cantiere con più imprese, oltre che di verificare l’idoneità tecnico-professionale delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi.In sostanza, la Cassazione ha stabilito il principio secondo cui la stipulazione di un contratto d’appalto non esonera il committente dalle responsabilità connesse alla mancata osservanza degli obblighi imposti in materia di sicurezza nei cantieri edili.

03 marzo 2009

L'attacco al diritto di sciopero è un attacco alla democrazia

Contro questo ennesimo tentativo di eliminare il diritto di sciopero rispondiamo con la mobilitazione immediata contro governo e padroni, cisl, uil e ugl e finalizzando a questo obbiettivo gli scioperi già programmati a partire da quello per il trasporto aereo del 4 marzo.

In Lombardia: Assemblee e presidi in tutte le province 6 e 7 marzo

A Milano: Venerdì 6/3/09

Assemblea presso la Casa della Cultura
Via Borgogna 3
dalle 9.30 alle 12.00

Presidio in Prefettura, C.so Monforte
dalle 12.00 alle 14.00

Ahlstrom, delegati e Rsu tornano a mani vuote da Torino

Gli Industriali e la multinazionale finlandese avrebbero voluto aprire due tavoli separati, uno con Cgil e Cisl, l’altro con i Cobas: ne è nata un’accesa discussione finita con la partenza dei delegati gallaratesi che hanno fatto ritorno a casa senza essere ricevuti. «Faremo un’assemblea con i lavoratori – spiega Antonio Ferrari di AlCobas -. A questo punto penseremo ad iniziative più incisive e azioni più forti per conservare i posti di lavoro».
La Ahlstrom, multinazionale finlandese che produce tessuto non tessuto destinato al mercato farmaceutico e sanitario, ha deciso di chiudere lo stabilimento gallaratese, lasciando a casa i venti dipendenti dello stabilimento di via XXIV Maggio oltre ad altri 41 tra le fabbriche di Cressa (Novara), Carbonate e Mozzate. I lavoratori di Gallarate sono in presidio permanente davanti ai cancelli ormai da più di una settimana. Silenzio dei sindacati sulla comunicazione dell’azienda: indiscrezioni parlano di un peggioramento della situazione che potrebbe portare a nuovi esuberi.

Hanno denunciato gli inquinamenti e l’azienda li ha licenziati.

Hanno denunciato gli inquinamenti e l’azienda li ha licenziati, nel silenzio dei sindacati. Con scarso successo, ai giornali abbiamo fatto notare che siamo tutti debitori, soprattutto chi fa comunicazione, nei confronti dei tre coraggiosi ragazzi che hanno informato la collettività alessandrina dei rischi ambientali e sanitari e per questo sono stati colpiti dalla rappresaglia.

Il primo dei cinque meticolosi esposti, che rompono la cortina aziendale di omertà e confermano l’allarme appena lanciato da Medicina democratica, è del febbraio dello scorso anno (1): Procura della Repubblica, ASL e Ispettorato del lavoro sono allarmati perché le analisi all’interno della Solvay di Spinetta Marengo (Alessandria) risultano preoccupanti......

01 marzo 2009

Mercoledì 4 Marzo 2009 assemblea generale di tutti i settori e di tutte le realtà del nostro territorio PRESSO IL CRAL DI MALPENSA 10.30/14.00

Il giorno mercoledì 4 Marzo 2009 dalle 10.00 alle 14.00
ci sarà un assemblea generale di tutti i settori e di tutte le realtà del nostro territorio: Trasporto, Privato, Scuola, ecc.
promossa DAL SINDACALISMO DI BASE
SdL Intercategoriale - CUB - Confederazione COBAS
aperta a tutti i sindacati di base e a tutti i lavoratori
PRESSO IL CRAL DI MALPENSA
dalle 10.30/11.00 alle 14.00.

E' un'occasione importante per mettere a fuoco la situazione sul nostro territorio e confrontarsi con i lavoratori delle altre aziende operanti a malpensa ma non solo.

Piano straordinario di verifica delle invalidità civili

Fra tali iniziative, l’Istituto ha, in via prioritaria, elaborato un primo campionamento di 400.000 beneficiari di prestazioni di invalidità civile sulla base di quanto stabilito dalla legge e dall’art.3 del Decreto Interministeriale attuativo che determina i criteri selettivi per la programmazione delle attività di verifica.

Tale campione di verifiche riguarda soggetti di età compresa tra i 18 ed i 78 anni, tratti dal casellario delle pensioni INPS al 4 novembre 2008, escludendo, in questa fase, i minori.

Sono stati inoltre esclusi i soggetti titolari di prestazioni sospese, gli invalidi inviati o da inviare a visita sanitaria di revisione rispettivamente dopo l’1.7.2007 o entro il 30.6.2010 ed i residenti nelle Province autonome di Trento, Bolzano e Aosta, in base all’espressa previsione dell’art.6, secondo comma, del Decreto.

Il campionamento è basato sull’incidenza territoriale dei beneficiari di prestazioni rispetto alla popolazione residente nelle varie province italiane e sulla dinamica territoriale delle nuove liquidazioni di trattamenti decorrenti dagli anni più recenti.

Il numero di posizioni interessate dal Piano, pari a 400.000, è superiore a quello indicato nella legge e trova ragione nella necessità di tenere conto di tutti gli scarti da effettuare in ordine a quelle situazioni che non potranno essere oggetto di verifica.

Ci si riferisce, in particolare, a coloro che risultino affetti dalle patologie di cui al DM 2.8.2007, relativo a tipologie di malattia a carattere ingravescente, che come è noto, non sono sottoponibili a visite di revisione.

Al campione, elaborato secondo le direttive fissate dal “decreto” (400.000 posizioni), sono stati aggiunti - per utilizzare anche questo indice di valutazione per l’individuazione dei soggetti da sottoporre a verifiche - due sottoinsiemi costituiti da titolari di prestazioni per invalidità civile in attività lavorativa e, quindi, con contributi versati per lavoro dipendente e/o autonomo (n. 112.000 di cui 22.000 già presenti nel campione) e titolari di prestazioni per invalidità civile che riscuotono direttamente la prestazione ( n. 277.000 di cui 50.000 già presenti nel campione).