21 dicembre 2009

Non subiremo passivamente la riorganizzazione

Sciopero Telecom,Bruzzi (Rsu) soddisfatto: partecipazione quasi totale.
Lo sciopero di ieri indetto dalla Cub e dalle Rsu di Telecom Italia, riguardante tutti i dipendenti di Piacenza, ha visto la partecipazione quasi totale dei dipendenti. Erano in servizio solo i 4 tecnici
previsti dalla legge per garantire i servizi essenziali, oltre ad altri «pochi lavoratori, che possono contarsi su di una mano e che hanno voluto cogliere l’opportunità di mettersi in buona luce nei confronti dell’azienda» scrive Mauro Bruzzi dell’rsu.
La vertenza - prosegue - esce rafforzata dall’impegno dei lavoratori che hanno rinunciato ad una giornata di salario per ribadire la loro contrarietà.
Ora Cgil, Cisl e Uil, che partecipano al tavolo di relazione sindacale nazionale, devono farsi carico seriamente del problema di chiusura del reparto piacentino annunciato per i primi mesi del
nuovo anno.
L’azienda ha avuto la dimostrazione che a Piacenza esiste una realtà sindacalizzata che non è disposta a subire programmi di riorganizzazione in modo passivo e subalterno.
La vicenda che ha portato alla sciopero prende le mosse il 28 ottobre quando Telecom Italia a un
incontro nazionale con Slc-Fistel-Uilcom comunicava la chiusura di 14 sedi territoriali riguardanti
240 lavoratori fra cui 14 di Piacenza.
«Il 5 novembre la scrivente - scrive Bruzzi - maggiormente rappresentativa sulla sede di Piacenza, avviava la procedura di raffreddamento prevista dalla legge per indire lo stato di agitazione dei lavoratori di Piacenza che si è conclusa in Prefettura a Piacenza il 24 novembre». E prosegue: «Le Rsu Emilia Romagna (l’unità produttiva è definita a livello regionale) prendendo atto della volontà dei lavoratori di Piacenza il 29 novembre iniziava l’iter previsto. Cigl-Cisl-Uil, titolari del confronto nazionale, ad oggi, non hanno apposto in modo ufficiale la loro contrarietà alla chiusura del reparto.
La sede di Piacenza negli anni ha subito un calo di personale, che ha portato l’organico da oltre 300 dipendenti nel ‘95 agli attuali 100, causato da pensionamenti e trasferimenti su altre province a fronte di una sola assunzione nel 2007».
«Telecom Italia dichiara che la chiusura del reparto - scrive Bruzzi - diventa necessaria per sopperire alla carenza di tecnici da risolversi con la conversione del personale e che l’attività attualmente svolta da questi lavoratori sarà coperta dalla rete dei callcenter.
Nei fatti questo si tradurrà nella perdita di 14 posti di lavoro su Piacenza, oltre alla perdita professionale di un’attività che potrebbe essere implementata sia in termini di tecnologia che di personale ».
Bruzzi prosegue auspicando che a sostegno della vertenza, che proseguirà dopo le vacanze natalizie, intervengano il Comune di Piacenza e la Provincia per dare forza al tentativo di salvare i posti di lavoro.
La Cronaca
di Piacenza
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SABATO 19 DICEMBRE 2009