11 giugno 2008

COMUNE VARESE: MENO SCUOLA, MENO SERVIZI SOCIALI, MENO OCCUPAZIONE.

MENO SCUOLA, MENO SERVIZI SOCIALI, MENO OCCUPAZIONE.
MA IN COMPENSO AVREMO I MONDIALI DI CICLISMO!!

Questo è quanto il Comune di Varese si appresta a preparare per i suoi cittadini nell’anno scolastico 2008-09.

Nella cittadina tra le più ricche d’Italia, dove i servizi sociali per l’infanzia hanno un costo superiore rispetto a quelli di altre località, dove si organizzano i mondiali di ciclismo senza badare a spese, si tagliano servizi sociali e occupazione per le lavoratrici che da anni assicurano questo servizio con lavoro precario e un reddito percepito solo per 8 mesi all’anno.

L’amministrazione comunale che sventola la preparazione di giochi mondiali, sperperando non pochi soldi; che parla di federalismo economico, ma non per i lavoratori ha pensato bene
- di tagliare in 6 scuole elementari il servizio di prescuola e doposcuola che per tante famiglie è un servizio essenziale;
- di non erogare questo servizio in tutte le scuole primarie di Varese fino al 29 settembre, in vista dei mondiali di ciclismo;
- si appresta ad approvare un bando di gara per il servizio di ausilio nelle scuole (asili nido, materne, elementari) senza prevedere il mantenimento di un unico appalto, che permetterebbe di affidarlo ad aziende serie e meglio attrezzate. Il servizio verrebbe così spezzettato, senza garanzie di continuità e qualità, forse affidato senza procedere a gare e al ribasso.

Le famiglie che subiscono questi tagli, i lavoratori che si vedono tagliare il già misero stipendio, la cittadinanza intera, dicono che lo sport è bello, ma non si possono scaricare i costi sulle famiglie di Varese.

Questo atteggiamento non è accettabile

Rispondiamo con forza a chi, in pochi giorni, ha pensato di eliminare quello che centinaia di genitori, nel tempo, hanno pianificato per la propria famiglia, per i figli, per il lavoro.

Organizzeremo un’assemblea pubblica al più presto, per individuare le necessarie iniziative da intraprendere, per rispedire al mittente queste misure antisociali, impopolari, lontane dai bisogni della cittadinanza e dei lavoratori.