29 gennaio 2008

Bracco di Lambrate: da 700 lavoratori a poche decine. Per i lavoratori in cassa integrazione si avvicina il licenziamento??

Continueremo le iniziative per costruire un percorso che dia una ricollocazione certa.

Lo storico stabilimento Bracco di Lambrate con l’accordo dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil è stato portato sull’orlo della chiusura:

- la produzione è andata a Patheon di Monza (al suo seguito circa 60 lavoratori che si sono dimessi e riassunti ex novo) e altri hanno dovuto accettare il licenziamento e l’attività precaria attraverso le agenzie di somministrazione (per andare a fare la stessa attività qualcuno lucra sugli sgravi e per il lavoratore la precarietà. Una vigliaccata o cos’altro??);
- la ricerca è finita parzialmente a Ivrea e pochi sono riusciti a seguirla;
- poche decine i lavoratori ricollocati in altre aziende del settore;
- alcune attività trasferite a San Donato con poche decine di dipendenti;
- non sono pochi i casi di precari e stagisti/e subentrati al posto di cassa integrati/e così come la direzione era riuscita a mantenere la produzione sfruttando la scadenza dei tempi determinati e sostituendoli con lavoratori interinali.

La cassa integrazione a zero ore entro giugno 2008 finirà e rischia di trasformarsi in licenziamento.
La società di Outplacement ha lavorato con i soliti scarsi risultati.
E ora la direzione forza cercando di convincere che poi con il licenziamento e la mobilità l’incentivo sarà più scarso.

Il sindacato CUB con un gruppo di lavoratori e cassa integrati/e si propone di riaprire la discussione e trovare il modo migliorando l’accordo di costruire un percorso certo di ricollocazione per chi ancora non ha trovato il posto di lavoro.

Certo si può fare anche la formazione necessaria e dei progetti ad hoc ma crediamo si debba tentare di coinvolgere Assolombarda per trovare tra le aziende associate chi ha necessità di personale già formato e preparato da reimpiegare in tempi certi (crediamo che la potenza della Assolombarda sia in grado di assolvere a questo compito per qualche decina di lavoratori/trici altrimenti chi altri potrebbe farlo … in fondo il cosiddetto mercato lo controllano loro).
E in ogni caso di fronte al rischio che non per tutti ci sia una soluzione di reimpiego cercheremo di coinvolgere la Provincia di Milano (l’Assessorato alle Crisi Occupazionali e la Commissione Lavoro) con l’intento di favorire la ricerca di soluzioni reali.

Lì, 29 gennaio 2008 A.LL.C.A.
(Associazione Lavoratrici e Lavoratori Chimici-Affini)